contro il carrierismo ecclesiale
Papa Francesco ai vescovi:
“Non cadete nel carrierismo”
“Non cercate promozioni e viaggi in aereo”, ha detto Bergoglio ai 120 vescovi ricevuti in Vaticano.
E ancora: “Vi invito a saper accogliere tutti gli uomini e le donne che incontrate e lasciate aperta la porta della vostra casa”
E’ il messaggio rivolto da Papa Francesco nell’incontro con 120 vescovi di recente nomina, ricevuti in udienza oggi nella sala Clementina del Palazzo apostolico.
Non siate carrieristi – Il papa torna a fustigare il carrierismo ecclesiastico: “Noi pastori – ha detto – non siamo uomini con la ‘psicologia da principi’, uomini ambiziosi, che sono sposi di una chiesa, nell’attesa di un’altra più bella, più importante o più ricca. State bene attenti di non cadere nello spirito del carrierismo!”. Francesco ha anche invitato i vescovi alla “stabilità”, cioè a “rimanere nella diocesi”, “senza cercare cambi o promozioni”. “Evitate lo scandalo di essere ‘Vescovi di aeroporto’! Siate Pastori accoglienti, in cammino con il vostro popolo”. “Il nostro – ha detto – è un tempo in cui si può viaggiare, muoversi da un punto all’altro con facilità, un tempo in cui i rapporti sono veloci, l’epoca di internet. Ma l’antica legge della residenza non è passata di moda!”.
La metafora del vescovo – Il papa è partito dalla metafora del vescovo come pastore che, secondo costituzione apostolica conciliare Lumen gentium, ha “abituale e quotidiana cura del gregge”. Per Francesco, il vescovo “è in cammino con e nel suo gregge”, il che vuole dire “mettersi in cammino con i propri fedeli e con tutti coloro che si rivolgeranno a voi, condividendone gioie e speranze, difficoltà e sofferenze, come fratelli e amici, ma ancora di più come padri, che sono capaci di ascoltare, comprendere, aiutare, orientare”. Un vescovo che vive in mezzo ai suoi fedeli “ha le orecchie aperte per ascoltare ‘ciò che lo spirito dice alle chiesè e la ‘voce delle pecore’, anche attraverso quegli organismi diocesani che hanno il compito di consigliare il vescovo, promuovendo un dialogo leale e costruttivo. Questa presenza pastorale vi consentirà di conoscere a fondo anche la cultura, le usanze, i costumi del territorio, la ricchezza di santità che vi è presente. Immergersi nel proprio gregge!”.
I pastori – I pastori devono avere “l’odore delle pecore”, ha peraltro ricordato Bergoglio, ricordando ciò che aveva detto più volte in Argentina e nell’omelia della messa crismale e poi: “siate pastori con l’odore delle pecore, presenti in mezzo al vostro popolo come gesù buon pastore”. Per il Papa, infine, “non è mai tempo perso quello passato con i sacerdoti! riceverli quando lo chiedono; non lasciare senza risposta una chiamata telefonica; essere in continua vicinanza, in contatto continuo con loro”.
Affetto per i sacerdoti – Francesco richiama anche i nuovi vescovi alla necessità di avere “affetto per i vostri sacerdoti: sono il primo prossimo del vescovo, indispensabili collaboratori di cui ricercare il consiglio e l’aiuto e di cui prendersi cura come padri, fratelli e amici”. Esorta il Papa: “Non dimenticate le necessità umane di ciascun sacerdote, soprattutto nei momenti più delicati e importanti del loro ministero e della loro vita”.
Scendete in mezzo ai fedeli – Da qui, l’appello del Papa: “Non chiudetevi! Scendete in mezzo
ai vostri fedeli, anche nelle periferie delle vostre diocesi e in tutte quelle periferie esistenziali dove c’è sofferenza, solitudine, degrado umano. Presenza pastorale – spiega ancora Francesco – significa camminare con il popolo di Dio: davanti per indicare la via, in mezzo per rafforzarlo nell’unità, dietro perché nessuno rimanga indietro ma soprattutto per seguire il fiuto che ha il popolo di Dio per trovare nuove strade”.