CCIT – Guadarrama 2017
Omelia del 22 aprile
Claude Dumas
« A chi paragonerò questa generazione? »
Questo Vangelo ci parla di quelli che giudicano in maniera negativa il modo di comportarsi di Giovanni il Battista e di Cristo. Niente di quello che il Cristo insegna è accettato tanto dal mondo di ieri che da quello di oggi per il fatto che siamo immersi in una società che offre solo beni di consumo e occasioni di piacere.
Non rifiuta alcun invito spingendosi addirittura a provocarli. Il suo gusto , il suo bisogno di convivialità è cosi smisurato che gli valgono critiche aspre dai dottori della Legge. La tavola è il luogo in cui Gesù , in mancanza degli invitati che non hanno accettato , invita tutti gli umani, anche se fossero marginali,scomunicati,respinti . La tavola apre sulla gioia di un incontro a cuore aperto
Ora, attraverso tutte queste critiche, Gesù ci invita ad accordarci ai progetti di Dio per noi e per la storia . I progetti di Dio , noi possiamo percepirli solo nella vita . Accordarci ai progetti di Dio significa , accordarsi alla vita come si presenta a noi. Accordarsi come ci si accorda alla musica in una danza . Come in una danza bisogna accordarsi anche con il suo partner . Da sempre, Dio fa alleanza con noi e sposa la nostra umanità per farci entrare nella danza del suo amore .
Non so ballare, non ho mai imparato . Faccio difficoltà a seguire la musica , sto là a guardare senza en
CCIT – Guadarrama 2017
INTRODUZIONE
di Claude Dumas
Buongiorno a tutti, Non ritomerò sui saluti e le parole di benvenuto pronunciate precedentemente alle quali mi associo pienamente ma desidero solo ringraziare più particolarmente la direzione e il personale del centro di congressi FrayLluis de Léon che ci apre in grande le porte, ringraziamenti anche alla conferenza episcopale spagnola nella persona dei nostri amici Belen e Ramon e al gruppo che li accompagna… organizzare un incontro del CCIT non è una delle cose più facili …grazie per il vostro impegno.
« La musica nella vita tra festa e legami sociali »
Un tema piuttosto sorprendente… Come questo soggetto potrebbe ricollegarsi alla nostra pastorale ?… eppure… un semplice sguardo alla Bibbia in particolare all’antico testamento ci rivela che la musica, fin dagli inizi, appare come la sola arte che gli Israeliti sembrano aver praticato…Musica vocale e strumentale, religiosa e profana, benefica o malefica : tutti gli aspetti attuali del dominio musicale vi sono abbordati, tutti i momenti della giornata, tutte le époque dell’anno sono impregnati di canti imparati o improvvisati… musica sempre e dovunque…allora, non è da stupirsi ,che la musica abbia un posto importante nella vita degli zigani di ieri come di oggi, lei ne è l’espressione della vita quotidiana.
Julia Talon, musicologa nella sua memoria « La Musica e la costruzione dell’individuo », precisa che per quel che la riguarda « che essendo accessibile a tutte le popolazioni, la musica è un’arte che illustra l’appartenenza a un gruppo sociale, a una fascia d’età… » d’altra parte non è forse quello che esprime attualmente la maggioranza dei giovani Roma come Gadjé, che senza tregua si servono dei loro telefoni per ascoltare e condividere con i loro parenti musiche in cui si riconoscono e grazie alle quali rivendicano un’ identità, un posto, una storia.
Per Tony Gatlif, autore di numerosi film come Latcho Drom che servirà da supporto alla nostra riflessione, la musica è « il cemento che unisce gli umani » ,o ancora « Il soffio che permette di andare verso gli altri.
Questa è la dimensione che desideriamo esplorare durante il nostro incontro : quella di non considerare la musica come diabolica, la musica che è vista spesso come un luogo di perdizione quando è associata alla festa per, senza nascondere le difficoltà che ad essa si collegano (violenza, alcool), ridarle un senso di comunione, di reciprocità, di condivisione , di gioia e raggiungere in questo senso la « Gioia del Vangelo » come l’esprime il papa Francesco : « ci sono dei cristiani che sembrano avere un aria da Quaresima senza Pasqua »(n°6)
Concretamente questo rimanda ognuno , a lasciar interrogare il suo sguardo e i suoi sensi, per attraverso la musica di cui lei non è che un elemento, sentirsi invitare alla festa come spazio di pace e di incontro per quanto effimera essa sia…
Tutti noi abbiamo ,ne sono certo, fatto l’esperienza di quei momenti, in cui portati dalla musica, ci sentivamo in profonda comunione gli uni con gli altri, un lasso di tempo in cui cadono i muri, le barriere di razza , di religione o anche della gerarchia …per sostenere i miei propositi, mi basta pensare a quello che noi viviamo nei nostri incontri quando ciascuno di noi vibra , per esempio , al suono della musica di Viktor e altri gruppi musicali…in quel preciso momento, non c’è più bisogno di parlare , più bisogno di parole… la musica si fa silenzio interiore per lasciar uscire le emozioni che abitano in noi, gioia, malinconia, rivolta , evasione… La musica, e più particolarmente in questi decenni , con l’era delle nuove comunicazioni, è diventata più che mai creatrice di vincoli sociali…è uno strumento di costruzione o addirittura di ricostruzione per le persone in stato di fragilità instaurando una forma nuova di comunicazione…in questo senso molti musicisti non esitano a dare parte del loro tempo per andare verso persone in situazione di handicap, di malattia di precarietà…non so se questo esista altrove ma a Tolone un gruppo musicale porta il nome « senza voce » …un titolo sufficientemente evocatore per dire quanto la musica sia linguaggio…
Allora sapremo durante il nostro incontro lasciarci sorprendere, interrogarci , trasferire per collegare festa e vincoli sociali…
Sapremo anche ,più concretamente ,lasciarci destabilizzare dall’organizzazione di questi giorni nella misura in cui noi non cominceremo come d’abitudine con l’ascolto della nostra oratrice , ma con la proiezione di 4 estratti del Film Latcho Drom, seguita poi da un tempo d’incontro per il quale tutte le consegne sono state date agli animatori .
Si è proprio questo il tema del nostro incontro…tra festa e legame sociale Cosa significa questo legame creato dalla musica, che ne facciamo nei nostri incontri ? Come la sfruttiamo nella nostra pastorale ?…
Tante domande e altre ancora alle quali il nostro conferenziere Cristina Simonelli saprà questo pomeriggio chiarire, meglio di me , con il suo sguardo di teologo Non mi resta più che augurarvi un buon incontro nello spirito del CCIT cioè nell’ascolto e l’incontro dell’altro… Buon lavoro !!
CCIT 2017 Spagna
DOMANDE CARREFOUR
1. Frequentando i Rom-Sinti e ascoltando la loro/nostra musica:
• quali sono le nostre reazioni immediate?
• quale la nostra lettura dopo una seria riflessione e confronto con altri operatori?
• Ci è possibile cogliere il legame spontaneo con la loro vita nelle varie situazioni (feriali, di esclusione, festive, di lutto ecc.)?
2. Come può la Festa diventare un mezzo per superare e vincere i momenti difficili di un popolo?
3. La Musica che armonizza il Passato, Presente e Futuro, ma anche la vita, i drammi, il rifiuto, la festa, la religione ((ingegneria culturale). Come cogliere questo legame così intrecciato nelle vite dei Rom?
4. Le feste dei Rom-Sinti, ai nostri occhi, appaiono molto “sprecone” considerando il loro stile di vita “feriale” e l’attività della sopravvivenza, l’elemosina. “Ci sono Cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua.” (papa Francesco) . Chi rispecchia di più l’esperienza raccontata nella Parola della Bibbia?
5. Il CCIT è il nostro cammino frutto dell’incontro con il cammino dei Rom-Sinti. Questo viaggio particolare ha lasciato segni e tracce che ci hanno cambiato, donandoci uno sguardo nuovo attraverso suoni, riti, voci diverse. In questo cammino è mutata in noi anche l’immagine di Dio? Come?
CCIT – Guadarrama 2017
LA SITUATIONE SOCIALE E LA PASTORALE DEI GITANI
IN SPAGNA
Fernando Jordán Pemán
INTRODUZIONE
L’attuale situazione è complessa e numerose tensioni e contraddizioni marcano la comunità gitana : non è facile fare una sola e unica analisi, gli esperti ne fanno diverse letture ma sopratutto una parola riviene sempre : crisi.
Mi hanno chiesto di riflettere sulla situazione sociale e pastorale dei Gitani di Spagna e voglio partire, per questa riflessione, dall’inizio della nostra democrazia ed arrivare fino a oggi, perché negli ultimi 40 anni ci sono state più trasformazioni nel mondo che dal 1425, anno dell’arrivo dei Gitani in Spagna.
IL NUOVO VISO DEI GITANI
al primo posto, i gitani che hanno aquisito una promozione sociale.
al secondo posto i gitani che hanno una propmozione sociale in corso.
Tra le cause, le più influenti che hanno prodotto questo cambiamento di vita e di attitudini nel comportamento dei Gitani, possiamo rilevare :
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La scolarizzazione dei bambini nelle « scuole-ponte »
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I mezzi di communicazione
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Il cambiamento delle zone di residenza per molti di loro
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La valorizzazione della donna Gitana
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2.1- ASCOLTARE LA VITA INTERIORE DEL GITANO
aspetto più evidente Non è il caso. La parte di Gitani praticante è sempre più minoritaria. Quello che si osserva ora è che la fede occupa un posto sempre più piccolo nella vita quotidiana delle persone.
La fede è sostituita da altre convinzioni che sono intorno ai valori della democrazia intesa come un sistema diffuso di credenze, principi e valori (diritti umani, libertà, tolleranza, sicurezza, rispetto della Costituzione, etc) che possono contribuire a una migliore coabitazione e consolidare i legami sociali.
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UN NOUVO GITANO CRISTIANO
b) Inoltre, gli zingari non formano un insieme omogeneo. Non tutti derivano dalla fede alle stesse conclusioni sulle loro scelte e comportamenti.
c) Quindi, in questo modo il modo di credere cambia notevolmente.
NDARE LORO INCONTRO
Le nostre “Chiese locali” devono essere i primi a sentirsi preoccupate di riunire di gitani.
2.3.2- FACILITARE E RAFFORZARE
Di fronte a questa realtà a volte confusa ma sempre ricca e sorprendente, s’impone una sfida, certamente non sempre facile da soddisfare; potremmo definirla dicendo : facilitare e rafforzare.
Ciò richiede :
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Benvenuti nello stile del Buon Samaritano
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Lavorare nella formazione di piccoli gruppi.
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Creare spazi di incontro.
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Prestare particolare interesse per i gruppi zingari.
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Scoprire il mondo degli zingari loro esigenze e aspirazioni.
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Credere alla promozione di ciò che unisce culture diverse.
a) La priorità alla povertà.
ENCOURAGER LE DIALOGUE
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Dobbiamo prendere in considerazione diversi criteri per questo dialogo :
a) Conoscere la realtà Gitana
b) Parlare in nome di Gesù-Cristo
c) Da una organizzazione
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Non possiamo dimenticare che :
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La diversità ci fa crescere, ci stimola. È la ricchezza della nostra Chiesa.
Il Vangelo nel mondo degli zingari è l’interesse per l’altro e il desiderio di avvicinarsi a l’altro con simpatia.
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Possiamo evangelizzare solo partendo dalla reciprocità.
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interazione: annuncio una buona novella e ottengo una buona novella.
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Evangelizzare implica generare spazi di vita.
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La chiave della pastorale, non è nei risultati, ma nel fatto di fare un cammino insieme con zingari, con ciascuno di loro, con la loro comunità.
Affidiamo questo compito di evangelizzazione all’intercessione materna della Majari, la Madre del Redentore. Sarà per noi la stella che guiderà i nostri passi per incontrare il Signore.
CARREFOUR CCIT 2016
BUDAPEST
“Al bivio: L’Europa, la Chiesa, la cultura di fronte alla Misericordia”
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L’Europa sta attraversando momenti di improvvisi cambiamenti, dettati da paure che provocano chiusure e difesa dei propri confini e interessi. Ogni paese sembra preoccuparsi della propria Torre di Babele da preservare, attraverso leggi, filo spinato.. Quale misericordia annunciare: quella che si integra nella costruzione della torre o quella che ne favorisce il suo fallimento?
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I Rom e Sinti sono per la Chiesa la Porta Santa attraverso la quale Dio (si mette nella loro pelle) visita la nostra vita e quella delle nostre comunità..ne siamo consapevoli? Il nostro stare e avvicinare i Rom e Sinti riesce a raccontare Dio alle Chiese?
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“Al bivio” e la vita dei Rom-Sinti. Verrebbe da dire che loro ci sono abituati, capaci di cambiamenti, di sconfinamenti geografici, culturali, sociali. Il bivio lo affronta chi vive camminando, chi si sente in movimento, chi si lascia interrogare. Le nostre società invece spesso sono più statiche, temono di trovarsi ad un bivio, crea insicurezza, timori di dover cambiare, di affidarsi, di interrogare e interrogarsi. La vita dei Rom sembra un susseguirsi continuo di bivio, di svolte..I Rom “vivono il bivio”, riuscendo ad affrontare la vita. “ Io sono la Via, la Verità e la Vita”.
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Come riusciamo a vivere la “Misericordia” con I Rom-Sinti? Quale “Misericordia” scopriamo tra i Rom-Sinti?
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Scusate, chi è l’ultimo, perché io possa prendere il suo posto?