nonostante tutto ho fiducia in papa Francesco

la trasparenza di Francesco non si è fermata a Ratisbona

la linea del Papa per la verità non risparmia il fratello di Ratzinger e il cardinal Muller appena sollevato dal suo incarico

di M.A. Calabrò

“Choc”: non c’è altra parola per descrive l’effetto della pubblicazione del Rapporto Weber in Vaticano su quanto successo nella diocesi di Ratisbona. Papa Francesco è rimasto molto rattristato da quanto emerso nel documento, che ha peggiorato oltre ogni immaginazione il quadro già gravissimo emerso un anno e mezzo fa , in una prima relazione.

 

Ancora più prostrato Benedetto XVI visto che il caso riguarda la città dove ha insegnato all’Universita’ per lunghi anni e coinvolge suo fratelli Georg.

“Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”, questo il commento allo choc da parte di padre Hans Zollner, gesuita, che dirige il Centro per la protezione dei minori dell’università Gregoriana e fa parte della Commissione pontificia voluta da Papa Francesco. Zollner, tedesco, è nato proprio a Ratisbona, nel 1966, ma ha frequentato altre scuole, diverse da quelle dove sono avvenute le violenze.

 

La frase citata da Zollner è un celebre versetto del Vangelo di Giovanni. Un versetto che pur non essendo nel motto episcopale di Rudolf Voderholzer, dal 6 dicembre 2012, vescovo di Ratisbona, sembra fatto a posta per lui. Questa frase di Gesù è quella che sembra avere ispirato Voderholzer in una decisione senza precedenti. Ha dato lui l’incarico ad un avvocato indipendente, Ulrich Weber, di scandagliare 60 anni di storie di violenze e abusi sessuali (alcuni casi risalgono all’immediata dopoguerra e le vittime hanno passato gli ottant’anni) avvenuti in due scuole cattoliche limitrofe all’istituzione culturale più prestigiosa della città, il famoso Coro della cattedrale. “E Weber lo ha ringraziato pubblicamente per questo”.

 

L’operazione trasparenza, insomma, non si è fermata neppure a Ratisbona. Non si è fermata cioè davanti al fatto che quella città tedesca è indissolubilmente legata alla vita del Papa emerito Benedetto XVI e di suo fratello Georg. “Il vescovo Voderholzer ha preso sul serio l’impegno di tolleranza zero contro la pedofilia di Papa Francesco e la sua responsabilità di pastore, quella che gli americani chiamano accountability”, aggiunge Zollner .

 

Voderholzer ha dato carta bianca a Weber, gli ha dato accesso completo agli archivi. I risultati emersi sono scioccanti, “sono tali che devono destare in noi inquietudine e vergogna”, dice ancora padre Hans. “Per il numero delle vittime coinvolte, per la lunga durato degli abusi sia fisici che sessuali, per il clima di violenza e di terrore”.

E non ultimo per le accuse contenute nel Rapporto a Georg Ratzinger, fratello di Benedetto XVI di non aver denunciato quello che aveva saputo. Così come quelle contro l’immediato predecessore di Voderholzer, il cardinale Gherard Muller, per dieci anni (2002-2012) alla guida della diocesi di Ratisbona, il cui mandato alla guida della Congregazione per la dottrina della fede – che ha tra i suoi compiti anche quello di affrontare i casi di pedofilia del clero – Papa Francesco non ha rinnovato proprio all’inizio di questo mese di luglio.

Era noto infatti che il rapporto Weber era ormai concluso e che sarebbe stato reso pubblico nell’arco di poche settimane. Ma in Vaticano si sostiene che la decisione papale su Muller ha a che fare con altro e non con il Rapporto Weber.

In polemica con Muller si era dimessa il primo marzo 2017, Marie Collins, una sopravvissuta agli abusi di un prete, che era stata nominata dal Papa nella Pontificia Commissione per la protezione dei minori. “Non ero a Ratisbona durante il mandato episcopale del cardinale Muller”, si limita a commentare Zollner, ma insieme sottolinea che “coloro che vogliono la verità devono essere ammirati per il coraggio di guardare in faccia la realtà e per la decisione di dare, sia pure con decenni di ritardo, aiuto alle vittime e qualche forma di sostegno e compensazione”.

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