papa Francesco decisamente dalla parte dei poveri
la prossima giornata mondiale della pace
“dalla parte dei poveri”
lo slogan della ‘giornata mondiale della pace’ dell’anno scorso era Periferie cuore della missione, quest’anno è Dalla parte dei poveri; in entrambi i casi si avverte l’influenza del magistero di papa Francesco, il quale non perde occasione per ricordare a tutti i fedeli che la Chiesa è in cammino e sta andando incontro ai poveri nelle periferie più lontane
di Mario Bandera
Alcune assonanze con questi concetti il papa le ha espresse durante il suo recente viaggio negli Stati Uniti, dove ha ricordato, nella nazione simbolo del capitalismo, come un cristiano non può rimanere indifferente di fronte ai gravi problemi sociali derivanti dalla povertà. Di riflesso, possiamo dire anche noi che schierarci dalla parte dei poveri è mettere a nudo la nostra fede, il nostro modo di essere comunità cristiana, il nostro stile di essere Chiesa.
Cosa vuol dire schierarsi dalla parte dei poveri? Sappiamo che c’è un pericolo, quando si parla di queste cose negli ambienti ecclesiali: presentare la povertà come qualcosa di romantico, una condizione di vita che, poeticizzata e mostrata sotto una forma edulcorata, diventa quasi una scenografia per una bella favola da raccontare. Vale la pena riaffermare ancora una volta che la povertà è ingiusta, la povertà, per le tante situazioni estreme e difficili che costringono tante persone a vivere perennemente in emergenza, è causa di conflitti nelle famiglie, nei gruppi e nelle comunità.
I poveri non sono migliori degli altri, anzi, il vero povero è povero in tutto: è povero di cultura, ha una condizione sociale miserevole, vive in ambienti fatiscenti, spesso e volentieri manda i bambini a elemosinare.
Eppure Gesù dice «Beati i poveri», e non solo quelli in spirito, ma poveri in tutto; essi sono i preferiti da Dio non perché essi sono più buoni degli altri, bensì perché Dio è buono e Dio dona gratuitamente il suo amore soprattutto a chi è negata una vita degna di essere vissuta.
La dottrina sociale della Chiesa, fin dagli albori della rivoluzione industriale, ricorda che ci sono due peccati gravi che gridano vendetta al Cielo: l’oppressione dei poveri e la frode sul salario degli operai. Avere presente oggi la condizione di tanti esseri umani che vivono in situazioni di miseria perché un mercato scellerato a livello mondiale ha impoverito i loro paesi con la complicità di classi dirigenti mantenute al potere grazie a sistemi dittatoriali che si perpetuano con la frode, l’inganno e la violenza, ci aiuta a capire da che parte dobbiamo schierarci.
Se, in molti paesi del così detto terzo mondo, i lavoratori sono pagati con stipendi da fame, e vivono in condizioni disumane, possiamo capire come molti di loro, non accettando questa situazione, preferiscono vendere tutto e mettersi nelle mani degli scafisti per approdare in Europa alla ricerca di una vita più serena e di un futuro più tranquillo per loro e per i loro figli.
Essere cristiani vuol dire schierarsi dalla loro parte, imparare a leggere la realtà con i loro occhi, guardare al futuro con la speranza che essi portano in cuore. Solo così si riuscirà a comprendere la realtà con occhi diversi e non solo a vedere il povero come uno straniero, un pericolo per la società o, quello che è peggio, uno da cui difendersi.
Nella migliore tradizione cattolica, finora si è andati verso i poveri con le braccia cariche di doni. Ma avere le braccia occupate rendeva impossibile abbracciarli. Ciò che essi aspettano da noi è di venire considerati per quello che sono: uomini e donne bisognosi di aiuto, fratelli con cui condividere la stessa mensa.