oggi è la festa della terra
chiesa cattolica e ambiente
dai gesuiti al Sudamerica, i religiosi che vogliono proteggere il Creato
Indubbiamente, la recente campagna referendaria ha visto nell’interesse specifico della Chiesa Cattolica per il tema ambiente, uno degli elementi di novità. Questo è il frutto della politica adottata da Papa Francesco che con l’enciclica “Laudato Sì” ha richiamato il tema ambientale all’attenzione del mondo cattolico e non solo. Papa Francesco ha dimostrato vivo interesse per i temi sociali della contemporaneità; per quanto riguarda il tema ambientale, il suo interesse deriva sicuramente anche dal fatto di appartenere all’Ordine dei Gesuiti, che da decenni hanno affrontato il tema.
Si comincia a parlare di “ecogesuiti” nel 1983, quando durante la 33a Congregazione Generale vengono prodotti i primi documenti di riflessione sulle teorie e modalità di produzione economica. La svolta è però del 1999, quando viene pubblicato il documento “Noi viviamo in un mondo frantumato” che pone in evidenza come l’uomo si sia separato dalla natura e come la frattura stia danneggiando il Pianeta e l’uomo stesso. Nel 2008, la 35a Congregazione Generale ritorna sul tema ambientale e nel 2011 arriva il documento: “Ricomporre un mondo frantumato” che ragiona sulle possibili soluzioni ai mali ambientali della nostra epoca.
Inoltre, c’è da sottolineare come la Chiesa Sudamericana – da cui proviene l’attuale Pontefice – sia spesso schierata in difesa dell’ambiente e delle popolazioni indigene: padre Erwin Krautler, della diocesi brasiliana di Xingù, lotta da anni contro il progetto della centrale idroelettrica di Belo Monte ed è stato incaricato da Papa Francesco di collaborare all’enciclica sui poveri e sul creato. Per le sue posizioni a favore delle tribù indigene vive sotto scorta; l’Arcivescovo peruviano Pedro Barreto, presidente del Dipartimento di Giustizia e Solidarietà del Consiglio Episcopale Latinoamericano, si è schierato contro il complesso metallurgico Doe Run-La Oroya. Per le sue attività a favore dei più poveri è stato insignito di diversi premi; il sacerdote argentino Omar Quinteros ha lottato accanto agli abitanti di Famatina per impedire l’apertura di una miniera che avrebbe contaminato l’area con cianuro e ridurrebbe la disponibilità di risorse idriche per la popolazione locale; il vescovo brasiliano di Roraima, Roque Paloschi (autore di un documento che denuncia decine di progetti di centrali idroelettriche in Amazzonia) ha parlato del problema ambientale davanti alla Comision Interamericana de Derechos Humanos, assieme a Pedro Barreto e al Vescono guatemalteco di Huehuetenango, Alvaro Ramazzini, che tuona da tempo contro 4 miniere legali e le 168 non autorizzate che stanno deturpando il suo paese. Nella chiusura del progetto minerario contro cui si battevano gli abitanti di Famatina, in Argentina, fondamentale è stato l’intervento del Vescovo della diocesi Monsignor Marcelo Daniel Colombo che ha a lungo insistito sulla necessità del consenso da parte delle popolazioni locali in situazioni in cui lo sviluppo economico può causare danni all’ambiente e alla salute.
Durante la recente campagna referendaria diversi vescovi e Conferenze Episcopali hanno espresso un forte richiamo alla necessità di intraprendere in modo convinto la strada delle rinnovabili e di uno sviluppo compatibile con l’ambiente.
Tuttavia, non tutta la Chiesa sembra avere intrapreso con coraggio questa strada.
È di poche settimane fa la polemica che ha investito la diocesi di Siracusa in Sicilia, dopo che il Vescovo aveva deciso di rimuovere il parroco di Augusta, Don Palmiro Prisutto, reo di aver introdotto un’innovazione nella liturgia della messa domenicale: resosi conto di quanti funerali celebrava, ha deciso di elencare, ogni settimana, i nomi dei parrocchiani morti di tumore e altre patologie. È il modo che il parroco ha trovato per denunciare l’impatto sull’ambiente e sulla salute del polo petrolchimico di Augusta-Priolo-Melilli. Tutte le istituzioni, tra cui il Sindaco del paese e il sostituto procuratore che segue l’inchiesta sull’impatto ambientale delle imprese dell’area, si sono schierate a sostegno del parroco che già aveva il sostegno dei fedeli. Alla fine il Vescovo ha dovuto fare marcia indietro.