‘mulino rosa’

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a proposito dello ‘tzunami mediatico che si è scaraventato addosso alla noto pastificio Barilla immediatamente dopo le dichiarazioni del suo responsabile alla trasmissione radiofonica ‘la zanzara’, una interessante riflessione di M. Gramellini:

Intervistato dalla Zanzara – programma radiofonico specializzato nello scavare trappole ai vip, i quali misteriosamente fanno la coda per cascarvi dentro – Guido Barilla ha affermato che nelle pubblicità dei suoi prodotti non mostrerebbe mai una famiglia gay, perché lui si rivolge a quella tradizionale. Subito è scattato un cortocircuito d’indignazione, con appelli al boicottaggio di fusilli e fette biscottate. La logica sacrosanta del politicamente corretto impone infatti di scagliarsi contro ogni offesa alla sensibilità delle minoranze. È che stavolta non si riesce a scorgere tanto bene l’offesa. Soltanto la scelta di un’azienda di concentrarsi sul «target» – la famiglia tradizionale – a cui immagina di vendere i propri spaghetti. Una decisione ovviamente opinabile, ma ispirata da valutazioni commerciali, non politiche o morali. Così come ispirata da valutazioni commerciali è stata la scelta opposta di Ikea, che ha spalancato le porte dei suoi spot ai gay anche per suscitare scalpore e simpatia, assegnando al proprio marchio una patente d’avanguardia.

L’indignazione è un’energia rara e preziosa che con l’esperienza si impara a sprecare il meno possibile. Non sarà una reclame del Mulino Bianco a discriminare i gay, e nemmeno la cocciutaggine nel chiamare i genitori «mamma» e «papà» anziché «genitore 1» e «genitore 2» come pretenderebbe qualche originalone. Le campagne per cui vale veramente la pena di indignarsi (e di battersi) riguardano i diritti degli omosessuali, la loro possibilità di accudire il compagno malato, ereditare, sposarsi, adottare, vivere liberamente l’amore. Il resto è solo un intermezzo pubblicitario.

Da la Stampa del 27/09/2013.

test chock a scuola di religione

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“Essere gay è una colpa”, test shock di religione a Perugia

Tra le colpe evidenziate in un test di religione che è stato fornito agli studenti del liceo classico  Mariotti di Perugia dal loro professore di religione e al quale gli studenti dovevano rispondere assegnando un punteggio da 1 a 10 comparivano omicidio, infanticidio, abusare di bambini e smerciare droga, ma anche l’omosessualità e le esperienze prematrimoniali. In definitiva si confrontavano le “colpe” fra di loro e si doveva stilare una classifica.

Alcuni studenti immediatamente hanno segnalato il test all’associazione Omphalos di Perugia che riunisce arcigay e arcilesbica:

“L’associazione Omphalos (arcigay e arcilesbica) di Perugia, ricevuta la segnalazione da alcuni allievi, ha presentato una denuncia all’Ufficio antidiscriminazioni (Unar) del ministero per le Pari opportunità. L’Unione degli studenti ha chiesto un intervento del ministero dell’Istruzione. Un ex alunno del docente — gay dichiarato — racconta: «Quel questionario non è del professore, ma su di me ebbe un impatto forte, mi sentii offeso e discriminato. Non è un insegnante omofobo, ma ha sbagliato a non dare spiegazioni». L’associazione di Perugia aveva già denunciato per comportamenti e didattica anti-gay un docente dell’istituto professionale Cavour-Marconi”.

Ora si spera che almeno in futuro quel test non si ripeta più dopo la denuncia all’Ufficio antidiscriminazioni (Unar) del ministero per le Pari opportunità.

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papa francesco: chi sono io per giudicare i gay?

così, sorprendendo tutti, papa Francesco si espresso oggi sull’aereo nel suo viaggio di ritorno dalla G. M. G. di Rio de Janeiro rispondendo puntualmente ad ogni domanda per un’ora e mezza

La lobby gay non va bene, perche’ non vanno bene le lobby, dice papa Francesco. I gay? ”Io non giudico, se e’ una persona di buona volonta’, chi sono io per giudicare?”. ”Non ho trovato carte d’identita’ di gay in Vaticano, dicono che ce ne sono, credo che si deve distinguere il fatto che e’ gay dal fatto che fa lobby”, afferma il Papa in volo da Rio a Roma. Quanto allo Ior, non sa ancora quale forma avra’ ma comunque dovra’ basarsi su ”trasparenza e onesta”’. Nella mia borsa? ‘Il rasoio, il breviario, l’agenda, un libro da legge

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