papa Francesco e le donne

 

margheritona

non c’è molto feeling tra le donne, meglio tra le femministe, in specie tre le teologhe, con papa Francesco

riporto, qui sotto, le ‘preoccupazioni’ di Ivonne Gebara nei confronti della ‘teologia delle donne’ di papa Francesco:

“Papa Francesco e la teologia delle donne: alcune preoccupazioni”

di Ivone Gebara

Papa Francesco, per favore, si informi su Google su alcuni aspetti della teologia femminista, almeno nel mondo cattolico. Forse questo interessamento potrebbe aprire altre strade per realizzare il pluralismo di genere nella produzione teologica!

Dato il largo successo e la valutazione positiva della prima visita di Papa Francesco in Brasile in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), qualsiasi critica potrebbe non essere bene accolta. Ma dopo tanti anni di lotta, “Guai a me se taccio”. Così saranno qui solo poche righe alcune brevi riflessioni, solo per condividere alcuni spunti a partire dalla posizione delle donne.
Non voglio commentare i discorsi di Papa Francesco né la gioia che molti di noi hanno sperimentato davanti alla simpatia, affetto e vicinanza di Francesco. Né voglio parlare di alcune prese di posizione coerenti annunciate in relazione alle strutture della Curia Romana. Voglio solo fare due brevi osservazioni. La prima riguarda l’intervista del Papa sull’aereo di ritorno a Roma, alla domanda circa l’ordinazione delle donne, in cui ha detto che la questione è stata chiusa, pertanto era NO. Ha aggiunto che doveva essere fatta una “teologia della donna” e che la Vergine Maria è stata superiore agli apostoli, quindi nessuno chieda un posto diverso per le donne.

La seconda osservazione ha a che fare con l’identificazione di un nuovo cattolicesimo giovanile con una certa tendenza carismatica molto in voga nella Chiesa cattolica oggi. Questo dovrebbe indurci a porre domande molto serie, anche indipendenti dalla nostra posizione, sull’avere dei leader che parlino al nostro cuore e rinuncino ai discorsi teologici razionalistici e dogmatici del passato.

1 – Come può il papa Francesco semplicemente ignorare la forza del movimento femminista e la sua espressione nella teologia femminista cattolica da oltre trenta / quaranta anni, a seconda dei luoghi? Mi ha stupito anche il fatto che egli ha dichiarato che potremmo anche avere più spazio nella pastorale, quando, in realtà, in tutte le parrocchie cattoliche sono per lo più donne che portano avanti i numerosi progetti di missione. Sono consapevole che quelle poche parole in relazione alle donne, poche parole senza dubbio limitate a un viaggio di ritorno a casa, non possono e non dovrebbero creare ombre su una visita di tanto successo. Tuttavia, sono i piccoli gesti che facciamo, i nostri gap che svelano il lato nascosto, il lato d’ombra che è anche in noi. Questi sono piccoli gesti che aprono le porte della riflessione per cercare di andare un po’ oltre rispetto alla prima impressione.
La teologia femminista ha una lunga storia in molti paesi del mondo e una storia lunga e marginalizzata nelle istituzioni cattoliche, soprattutto in America Latina. Pubblicazioni su Bibbia, Teologia, Liturgia, Etica, Storia della Chiesa hanno popolato le librerie di molte scuole di teologia in diversi paesi. Sono circolate anche in molti ambienti laici interessati dalla novità, portatrice di nuovi significati. Ma questi testi non sono studiati nelle principali facoltà teologiche, specialmente nella formazione dei futuri sacerdoti e degli istituti di vita consacrata. L’ufficialità della Chiesa non ha dato loro il diritto di cittadinanza, perché la produzione intellettuale delle donne è ancora considerata inadeguata per la razionalità teologica maschile. E, inoltre, appare come una minaccia per il potere maschile prevalente nelle chiese. La maggior parte non sa che esiste né come pubblicazioni a stampa né come formazione alternativa organizzata, così come sono sconosciuti i nuovi paradigmi proposti da queste teologie plurali e contestuali. Ne ignora la forza e e l’appello inclusivo alla responsabilità storica per le nostre azioni. La maggior parte degli uomini di Chiesa e dei fedeli vive ancora come se la teologia fosse una scienza eterna basata su verità eterne e insegnata in primo luogo da uomini e in seconda battuta da donne che seguono la scienza maschile prestabilita. Negano la storicità dei testi, la contestualità delle posizioni e delle ragioni. Ignorano le nuove filosofie che informano il pensiero teologico femminista come l’ ermeneutica biblica e i nuovi approcci etici.

Papa Francesco, per favore, si informi su Google su alcuni aspetti della teologia femminista, almeno nel mondo cattolico. Forse questo interessamento potrebbe aprire altre strade per realizzare il pluralismo di genere nella produzione teologica!

Quanto al dire, magari in forma di consolazione, che la Vergine Maria è superiore agli apostoli è, ancora una volta, l’espressione di una teologia maschile di astratta consolazione. Amare la Vergine tanto distante quanto vicina all’intimità personale, ma non sentire le grida delle donne in carne e ossa. E’ più facile fare poesie alla Vergine e inginocchiarsi davanti alla sua immagine che essere attenti a ciò che accade alle donne in molti angoli del nostro mondo. Tuttavia, se gli uomini vogliono affermare l’eccellenza della Vergine Maria dovranno combattere perché i diritti delle donne siano rispettati, estirpando molte forme di violenza contro di loro. Dovranno anche essere consapevoli del fatto che le istituzioni religiose e il contenuto teologico e morale che veicolano non solo possono rafforzare, ma anche generare altre forme di violenza contro le donne.

Temo che molti fedeli e pastori che hanno bisogno della figura del papa buono, del padre spirituale, del papa che ama tutti, si arrendano alla figura amichevole e amorevole di Francesco e rafforzino così un nuovo clericalismo maschile e una nuova forma di adulazione del papato. Papa Ratzinger ci ha portato a una critica del clericalismo e dell’istituzione del papato attraverso le sue posizioni rigide. Ma ora, con Francesco, sembra che i nostri fantasmi del passato ritornino, ora addolciti con la semplice e forte figura di un papa capace di rinunciare al lusso dei palazzi e dei privilegi connessi. Un papa che sembra introdurre un nuovo volto pubblico per l’istituzione che ha fatto la storia, e non sempre una bella storia in passato. Il momento richiede prudenza e vigilanza critica, non per non riconoscere il papa, ma per aiutarlo a essere sempre di più con noi, la Chiesa, una Chiesa plurale e rispettosa dei suoi tanti volti.

2 – Il mio secondo breve commento è in relazione alla necessità di identificare la maggior parte dei gruppi giovanili presenti nella Jornada a applaudire calorosamente il papa. In che Vangelo e in che teologia che sono stati formati? Da dove vengono? Sono in ricerca di che? Non ho risposte chiare. Solo sospetti e intuizioni per quanto riguarda la presenza di una marcata tendenza più conservatrice carismatica e più celebrativa nella linea Gospel. Le manifestazioni di passione per il papa, di amore intenso e improvviso che porta alle lacrime, a volerlo toccare, a vivere i miracoli improvvisi, a ballare e scuotere il corpo sono stati comuni anche nel movimento neo-pentecostale nelle sue molteplici manifestazioni. Senza fare sociologia della religione, penso che sappiamo che questi movimenti cercano la stabilità sociale ben più delle trasformazioni politiche in vista del diritto e della giustizia per tutti i cittadini. Credo che corrispondano senza dubbio al momento presente in cui viviamo e rispondano ad alcune esigenze immediate del popolo. Tuttavia, vi è un altro volto del cristianesimo che quasi non si è potuto manifestare nella Jornada. Cristianesimo che ancora ispira i movimenti lotta sociale per le case, le terre, i diritti LGBT, i diritti delle donne, dei bambini, degli anziani, ecc. Il cristianesimo delle comunità cristiane di base (CEBS), le iniziative ispirate alla teologia della liberazione e alla teologia femminista della liberazione. Questi, pur presenti, erano quasi soffocati a forza da ciò che la stampa ha voluto rafforzare in quanto corrispondeva ai suoi interessi. Tutto questo ci invita a pensare.

Il papa ha viaggiato non più di una settimana fa e i giornali e le reti televisive ormai ben poco ne parlano. E cosa accade nelle comunità cattoliche, dopo questa apoteosi? Mentre continuiamo i nostri viaggi di tutti i giorni?

Oltre alla visita del Papa e a una possibile nuova forma del papato di Francesco, siamo insieme invitate/i a pensare la vita, a pensare il corso della nostra storia e a salvaguardare quanto vi è di più forte e prezioso nell’etica liberante dei Vangeli. Non basta dire che Gesù ci ama. Abbiamo bisogno di capire come noi amiamo e cosa stiamo facendo per crescere nella costruzione di relazioni più eque e solidali.

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