nel giorno della memoria dell’olocausto …

giornata della memoria

“non dimenticare l’orrore, perché l’ignoranza alimenta l’odio”

Il messaggio dell’Arci:

“Contro ogni razzismo e intolleranza affermare invece il valore della pace, della libertà, dei diritti umani”

i bambini ebrei rinchiusi nel lager di Auschwitz

i bambini ebrei rinchiusi nel lager di Auschwitz

Il messaggio dell’Arci (Associazione ricreativa e culturale italiana) vuole ricordare quanto successo nei lager, nel Giorno della Memoria:

“Si celebra  il Giorno della Memoria per ricordare il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono ad Auschwitz mostrando al mondo l’orrore del campo di concentramento, uno dei luoghi del genocidio nazista, liberandone i pochi superstiti. Una giornata per non dimenticare l’Olocausto, a 76 anni di distanza, quanto mai attuale, in un momento in cui negazionismo, suprematismo, razzismo e antisemitismo continuano a rappresentare in molti paesi un pericolo da non sottovalutare. Neanche in Italia dove, solo pochi giorni fa, un’operazione della polizia negli ambienti dell’estrema destra suprematista ha portato all’arresto di un 22enne a Savona con l’accusa di aver costituito un’associazione neonazista finalizzata alla pianificazione di stragi, come quella di Utoya in Norvegia, e di aver creato delle chat dove istigava alla violenza contro gli ebrei. Una giornata per non dimenticare come dall’orrore dell’Olocausto sia nata anche la nostra Costituzione, per non permettere mai più il ripetersi di simili tragedie ma per affermare invece il valore della pace, della libertà, dei diritti umani. Sono questi i valori ai quali si richiama da sempre anche l’Arci, contro ogni fascismo, razzismo, odio, discriminazione e intolleranza”.




un giorno della memoria anche per gli indiani d’America

oggi è il giorno della memoria degli indiani Sioux

il genocidio ignorato dei nativi

il 1 febbraio 1876 gli Stati Uniti dichiararono guerra ai Sioux che non volevano abbandonare i territori dov’era stato scoperto l’oro. E fu l’inizio del massacro di Wounded Knee

Oggi è il giorno della memoria degli indiani Sioux: 100 milioni di nativi sterminati

oggi è il giorno della memoria degli indiani Sioux: 100 milioni di nativi sterminati

Oggi cade l’anniversario di una dichiarazione di guerra troppo spesso ignorata o non considerata come tale. Il 1 febbraio 1876 il ministro degli Interni degli Stati Uniti d’America dichiarò guerra ai Sioux “ostili”, quelli cioè che non avevano accettato di trasferirsi nelle riserve, dopo che era stato scoperto l’oro nelle Black Hills, il cuore del territorio Lakota. Come si potevano traferire migliaia di uomini, donne e bambini dalla terra dov’erano nati, in una stagione dell’anno in cui il territorio era coperto di neve? Molti indiani pare neanche ricevettero l’ordine, in quanto impegnati nelle loro attività di caccia, lontano dalla propria residenza.

Quella dichiarazione di guerra del 1 febbraio fu l’inizio del massacro degli Indiani d’America, che culminerà con l’eccidio di Wounded Knee, passato alla storia grazie a canzoni, libri e film. Sul finire del dicembre 1890, la tribù di Miniconjou guidata da Piede Grosso, appresa la notizia dell’assassinio di Toro Seduto, partì dall’accampamento sul torrente Cherry, sperando nella protezione di Nuvola Rossa. Il 28 dicembre furono intercettati dal Settimo Reggimento, che aveva l’ordine di condurli in un accampamento sul Wounded Knee: 120 uomini e 230 tra donne e bambini furono portati sulla riva del torrente, circondati da due squadroni di cavalleria e trucidati.

“Seppellite il mio cuore a Wounded Knee” di Dee Brown è il libro (anche film) che ha commosso generazioni di persone e ispirato cantanti di tutte le generazioni e latitudini, fino a Fabrizio De Andrè che compose la canzone “Fiume Sand Creek”, Prince e Luciano Ligabue. Protagonista delle lotte indiane per 40 anni fu il Capo Nuvola Rossa (1822-1909) che si confrontò aspramente con l’agente governativo perché venisse rispettata l’autorità tradizionale dei capi indiani. Nel 1888 invitò i Gesuiti a creare una scuola per i bambini Lakota nella riserva indiana, una scelta necessaria per mantenere il legame degli Indiani con la loro terra. Pochi anni prima il governo aveva cercato di obbligare i bambini a frequentare una scuola “bianca” per essere “civilizzati” con risultati disastrosi per la cultura indiana.

Nuvola Rossa andò a Washington più volte di ogni altro capo indiano e rimane il leader più rispettato del suo popolo, insieme ad Alce Nero, noto per la sua forte carica spirituale. Quest’ultimo aveva 13 anni nel 1876 ed era già impegnato nella causa, tanto che l’anno dopo andò a Londra per incontrare la Regina Elisabetta. Così racconta il massacro di Wounded Knee: «Brillava il sole in cielo. Ma quando i soldati abbandonarono il campo dopo il loro sporco lavoro, iniziò una forte nevicata. Nella notte arrivò anche il vento. Ci fu una tempesta e il freddo gelido penetrava nelle ossa. Quello che rimase fu un unico immenso cimitero di donne, bambini e neonati che non avevano fatto alcun male se non cercare di scappare via».

I Sioux, che preferiscono chiamarsi Dakota o Lakota, sono la principale tribù degli Stati Uniti, con 25.000 membri. Ora vivono in riserve nei loro antichi territori. Continuare a raccontare la loro storia (pochi giorni fa è stata la Giornata della memoria) è un modo per non dimenticare di cosa è stato capace l’uomo nel corso della storia e fare in modo che episodi simili non si ripetano.




dieci libri per non dimenticare l’olocausto

la dura memoria della Shoah

10 libri per ricordare

Gli ebrei e la Repubblica sociale italiana – Il Diario di Anna Frank tradotto in simboli – Le testimonianze della Shoah e il naufragio dell’Occidente – Antisemitismo e anticiviltà – La lingua del lager – Gli Internati Militari Italiani

La dura memoria della Shoah: 10 libri per ricordare

Dieci libri per conoscere l’evento più drammatico della storia del Ventesimo secolo, selezionati in occasione della Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno. Letture “per non dimenticare” le milioni di vittime dell’Olocausto.

“Il 30 novembre 1943, con un’ordinanza di polizia, il governo della Repubblica sociale italiana decise di arrestare e rinchiudere in campo di concentramento tutti gli ebrei che vivevano in Italia. Agenti di polizia e carabinieri, quasi fosse ‘ordinaria amministrazione’, eseguirono con prontezza gli ordini ricevuti”. Gli ebrei e la Repubblica sociale italiana raccontati nel libro di Matteo Stefanori (Laterza, 2017)

Il famosissimo “Diario di Anna Frank” diventa accessibile grazie alla casa editrice La Meridiana che lo ha tradotto in simboli. Una traduzione adatta a chi non associa il suono alla parola ma all’immagine, pensata e realizzata per tutte quelle persone con disabilità linguistiche o cognitive che si approcciano con difficoltà ai testi tradizionali. Il libro permetterà loro di leggere una delle più grandi testimonianze sulla Shoah. I venti capitoli riprendono le date del diario della Frank e le sue parole “pur necessariamente ridotte, conservano anche in questa traduzione la loro freschezza e forza”. “Primo Levi” è invece un graphic novel, dedicato al noto scrittore, realizzato da Matteo Mastragostino e Alessandro Ranghiasci per la Becco Giallo edizioni (2017).

“Auschwitz è il luogo, simbolico e materiale, in cui si compie l’ultimo atto della modernità europea. Auschwitz, in questo senso, divide la storia in un ‘prima’ e un ‘dopo’ tra cui non c’è più nessuna comunicazione, dando vita a una vera e propria frattura che mette fine ai miti e alle illusioni di quella stessa modernità”. Le testimonianze della Shoah e il naufragio dell’Occidente in “L’anticiviltà” di Sibilla Destefani (Mimesis edizioni 2017). Composto da tre sezioni “La dura memoria della Shoah” a cura di Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro (Navarra Editore, 2017) si rivolge a studenti e docenti, ma anche a tutti gli appassionati di storia e a chi desidera conoscere la dura realtà dei campi di concentramento nazisti dalla voce di chi ha subito quel tragico destino in prima persona. Un approccio nuovo alla storia della Shoah, costruito con anni di studi specifici e di esperienza didattica dedicata all’argomento.

Due i testi editi Il Mulino. Il primo “L’antisemitismo” di Steven Beller  (2017) racconta il fenomeno e il rischio attuale di un suo ritorno “che sta nella ripresa dei nazionalismi esclusivisti, che non tollerano e negano le differenze”. L’altro, ripropone una riflessione di Hans Mommsen (studioso della Germania di Weimar e del Terzo Reich) su come arrivò la Germania nazista alla “soluzione finale del problema ebraico”. Da una parte c’è la lingua tedesca dei sorveglianti, dall’altra la lingua franca dei prigionieri, costituita da lingue diverse (tedesco, russo, polacco, francese, spagnolo e italiano). A Mauthausen, Auschwitz, Ravensbrück, Dachau e in altri campi, la “Lagersprache” la lingua del lager, è per le deportate e i deportati un mezzo imprescindibile per comprendere gli ordini espressi solo in tedesco, per comunicare tra loro, per interpretare la realtà che li circonda, per evitare i pericoli, e per resistere. Colma un vuoto della ricerca linguistica, Rocco Marzulli elaborando un repertorio fondato su un’ampia ricognizione delle parole e delle memorie dei deportati italiani. Il testo è edito Donzelli (2017).

Come stelle nel cielo” di Silvia Pascale (Ciesse Edizioni, 2017) ripropone attraverso una vicenda individuale, la scelta difficile e sofferta degli IMI (Internati Militari Italiani), “la loro fu una scelta di Resistenza non armata, uno dei molteplici aspetti di opposizione al nazifascismo che non ha avuto adeguata valorizzazione. Nonostante abbia coinvolto un numero altissimo di famiglie italiane, è rimasta confinata per lo più nelle memorie personali”. Nella primavera del 1961 Hannah Arendt viene inviata dal settimanale “New Yorker” a seguire il processo ad Adolf Eichmann, in quella circostanza diviene amica di Leni Yahil, storica di origine tedesca e studiosa della Shoah. Inizia così una corrispondenza che alterna questioni personali, filosofiche e politiche. Queste lettere, scritte originariamente in tedesco e inglese, e rimaste a lungo private, sono ora disponibili in italiano  grazie a “L’Amicizia e la Shoah” (EDB-Edizioni Dehoniane Bologna, 2017).

Leggi tutte le edizioni della rubrica ”10 libri sociali




27 gennaio giornata della memoria

 

Il Giorno della Memoria

giornata della memoria

27 gennaio 2015

 

 

<!--Il Giorno della Memoria - 27 gennaio 2015-->

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz,

auschwitz

Giorno della Memoria“, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte,

e coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”

il porrajmos dimenticato (il tentativo di sterminio anche del popolo rom):

porrajmos

 

 

 

 

 

Questo è il testo integrale della legge del 20 luglio 2000 in cui viene istituito il Giorno della Memoria.