la festa dell’Immacolata Concezione

 ECCO, CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO DARAI ALLA LUCE

commento al Vangelo di p. José María CASTILLO

Castillo
Lc 1,26-38
[In quel tempo,] l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata  Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La   vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con   te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai  un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio   dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa   di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».  Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose   l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua   ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua   parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che   era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore:  vvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

1. Nella festa dell’Immacolata, la Chiesa celebra il fatto che Maria, la madre di Gesù, non sia stata macchiata dal peccato originale. Questo vuole dire  che Maria è stata una donna particolarmente gradita a Dio. Di più non possiamo sapere. Perché il racconto di Adamo ed Eva non è storico, ma mitico, quindi non è esistito il paradiso originale, allora non è stato commesso alcun peccato e quindi questo peccato non si trasmette da padre a figli, come ha detto  Agostino. Inoltre, nessun peccato è una macchia. Quest’idea corrisponde a criteri di magia, non di religione.
2. Questa festa risponde all’ideale di perfezione coltivato dalle teologie dell’antichità e del Medioevo. Poi è stata oggetto di ampie discussioni durate  vari secoli. Fino a che nell’anno 1854 è stato definito dal papa Pio IX che Maria “è stata preservata immune da ogni macchia di colpa originale” (DH 2803).
In definitiva qui si esprimeva l’ideale del puritanesimo greco assunto dalla Chiesa antica, cioè l’ideale secondo il quale “la purezza, più che la giustizia, è lo strumento cardine della salvezza”
(E. R. Dodds).
3. Il vangelo ci insegna che la madre di Gesù è stata una donna semplice, di un popolo povero e perduto. L’idea che Maria aveva di se stessa era che era  una schiava (doÚlh). Schiava “di Dio”. Ma la condizione di schiava in quei tempi era la condizione dei semplici e dei sottomessi. Questo è più importante  della “purezza senza macchia”, per quanto importante sia. La devozione a Maria ci deve portare ad essere come “schiavi”, con una condotta umile e senza  pretese di essere gli eletti o i migliori.

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