il commento al vangelo

ECCO, CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO DARAI ALLA LUCE

commento al vangelo della solennità della Immacolata Concezione di Maria (8 dicembre) di p. José María CASTILLO

Castillo

Lc 1,26-38

Al sesto mese l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di  Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».  A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato  grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore  Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo  ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha  concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del  Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

1. È un fatto che la festa dell’Immacolata Concezione è una delle celebrazioni più importanti istituite e conservate dalla Chiesa per quanto riguarda Maria,  la madre di Gesù. La devozione e la pietà del popolo cristiano verso Maria sono elemento costitutivo ed importante nella spiritualità di molti cattolici  e di non poche istituzioni e congregazioni religiose a partire dal Medioevo. Una spiritualità che si è intensificata nei secoli XIX e XX, soprattutto in  occasione delle definizioni dogmatiche dell’Immacolata (1854) e dell’Assunzione (1950). In questi secoli hanno avuto rilievo speciale le apparizioni della  Vergine e i numerosi santuari che richiamano migliaia di fedeli.

2. La esemplarità di Maria, madre di Gesù, così come di lei parlano i vangeli, è più importante di tutto quello che possono esprimere le immagini popolari  ed i libri di pietà mariana. Non si tratta solo dell’umiltà di una giovane che di sé pensa di essere una “schiava” (Lc 1,38) nei confronti del Signore
e della vita. Maria aveva un sentimento profondo: essere una persona umile, che apparteneva al gradino più basso della scala sociale in Israele (la tapéinosis,  Lc 1,48) (W. Grundmann). Ed a partire da tale condizione pronuncia il suo Magnificat, l’inno che “evoca i pericoli del potere e della proprietà”. E che annuncia la trasformazione che farà il Signore: abbattere i potenti ed esaltare quelli che non contavano nulla (Lc 1,52-53) (F. Bovon).

3. A partire da queste convinzioni Maria ha educato Gesù, il figlio delle sue viscere. Gli ha contagiato quello che lei viveva e sentiva così fortemente.
Questo è l’aspetto più evangelico e geniale che possiamo ammirare in Maria Immacolata.

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