dibattito pubblico sulle aree occupate dai sinti a Lucca

Nomadi, il Comune promuove dibattito pubblico sull’inclusione ricordando don Franco Baroni: “Proseguiremo il percorso, non intendiamo soprassedere”

 

LUCCA, 12 gennaio 

Un doppio incontro pubblico di riflessione sui progetti riguardanti l’inclusione, in particolare delle comunità di rom e sinti, in occasione dell’anniversario della nascita di don Franco Baroni. Gli appuntamenti si terranno il 14 gennaio a Villa Bottini (alle 17 e alle 21) e vedranno la presenza di ospiti che contribuiranno all’analisi delle politiche sociali. L’iniziativa è organizzata dal Comune di Lucca.
Gli incontri si inseriscono nella riflessione in corso (non senza polemiche) sul futuro degli insediamenti di nomadi in via della Scogliera (coi relativi problemi legati all’uso della golena del fiume) e in via delle Tagliate. L’amministrazione comunale “non intende soprassedere, ma proseguire quel percorso di analisi che poggia le basi sul rispetto della normativa europea e della legge regionale sull’immigrazione al fine di garantire pari dignità sociale a tutti i cittadini, cercando di superare limiti e distanze che impediscono una vera inclusione sociale. E’ attivo inoltre all’interno del Comune un gruppo di lavoro intersettoriale chiamato ad analizzare soluzione e proporre risposte concrete per un progressivo miglioramento abitativo”.
L’appuntamento sarà incentrato su tre interventi principali, nei quali saranno affrontati i contesti europei, regionali e locali: parleranno don Virgilio Colmegna, Sergio Bontempelli e Donatella Turri.
Colmegna, chiamato da Carlo Maria Martini alla direzione della Caritas della Diocesi di Milano, è poi divenuto presidente della Casa della Carità “Angeli Ambriani”, di cui è stato anche fondatore. E’ stato nominato dall’allora sindaco di Milano Letizia Moratti componente dell’Advisory board, il comitato strategico nato per affiancare l’amministrazione nell’affrontare problemi della città. E’ consigliere indipendente del Consiglio di Amministrazione di Etica SGR e membro del comitato di sostenibilità di Eurizon Capital. Nel 2011 la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca gli ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Scienze Pedagogiche. Sergio Bontempelli ha alle spalle una lunga attività professionale legata a progetti di inclusione in informativi per migranti, in enti locali e associazioni nei settori legati alla normativa in materia di immigrazione, alla condizione degli stranieri irregolari sul territorio e agli stranieri vittime di tratta. Ha collaborato inoltre alla stesura del “Rapporto Nazionale sulle Buone Pratiche di inclusione sociale e lavorativa dei Rom in Italia”. Infine, l’intervento riguardante la situazione locale sarà tenuto dalla direttrice della Caritas Diocesana di Lucca Donatella Turri.
Gli appuntamenti, il primo moderato da Massimo Toschi, consigliere del Presidente della Regione Toscana per la difesa dei diritti delle persone disabili e il secondo dal redattore de “La Nazione” e presidente dell’Associazione Don Baroni Onlus Paolo Mandoli, anticipano di pochi giorni la ricorrenza della nascita di Don Franco Baroni, sacerdote lucchese scomparso nel 1982  molto attivo sul tema dell’educazione dei circensi e dei nomadi.

La Redazione @loschermo




‘case in legno per i nomadi’: marcia in dietro dell’amministrazione

finisce male il progetto delle ‘casette in legno per i nomadi’ da realizzare nell’area tra il cimitero urbano e il Campo Coni a Lucca così come dall’Assessore al Sociale Vietina era stato pensato nei mesi scorsi (nei veri link rimando alle varie ‘tappe’ di questo progetto ora negato dall’Assessore stesso

riporto qui sotto la pagine de ‘la Nazione’ che ricostruisce e discute, alla sua maniera, questa ultima tappa in Consiglio Comunale:

Progetto case di legno per i nomadi: “E’ tutta un’invenzione dei giornali”

Lo sfogo dell’assessore Vietina che nega l’evidenza

Le opposizioni attaccano

Il razzismo alla rovescia – Il commento di Remo Santini

Lucca, 8 gennaio 2013 –

Un problema che non esiste, un’ipotesi che non è mai nata. Sul dibattito del consiglio comunale di ieri sera inerente la questione della costruzione di casette in legno per i nomadi di via delle Tagliate scende il sipario. Almeno per ora. E scende in un clima di apparente ricompattamento della maggioranza di centrosinistra su di un tema che nelle scorse settimane ha diviso duramente i gruppi che sostengono il sindaco Tambellini. Al punto che per evitare ulteriori divisioni, la maggioranza ha preferito non proporre ordini del giorno, un modo per evitare di dividersi sugli aggettivi e gli avverbi su di un tema che incontra, riprendendo le parole amare espresse dall’assessore Vietina ai consiglieri a fine anno, diverse sensibilità culturali. Il lungo dibattito richiesto dalle opposizioni è finito, in sostanza, con un nulla di fatto. Respinti gli ordini del giorno proposti dalle minoranze che chiedevano la riqualificazione dell’area e l’allontanamento dei nomadi dal parco Fluviale, come pure una stretta ai soldi delle casse comunali investiti sul complicato tema dell’assistenza ai nomadi.

QUANTO all’ipotesi delle casette in legno, l’assessore Vietina ha negato che vi fosse un’ipotesi del genere allo studio. Incredibilmente, visto che la proposta di costruire casette in legno nel campo di via delle Tagliate aveva trovato conferme non solo nelle dichiarazioni dell’assessore regionale al Sociale Allocca, ma, indirettamente, anche dalle dichiarazioni ufficiali del sindaco Tambellini, che aveva precisato che non c’erano le condizioni economiche e urbanistiche per realizzare strutture. Eppure, per l’assessore Vietina, si parla del nulla. E per nulla. Visibilmente tesa, voce secca, piglio accigliato, tono a tratti molto seccato. L’assessore Vietina non ha proprio digerito il fatto che l’ipotesi della costruzione di casette in legno per i nomadi sia finita sui giornali. Tutto falso, tutto montato ad arte sulla stampa per screditare, sulla pelle dei nomadi, l’amministrazione comunale. Una sorta di lezione, infarcita di citazioni. «Questa convocazione si è basata esclusivamente su dati diffusi in modo improprio della stampa, sono delusa per il mancato riconoscimento del lavoro delle Commissioni – ha detto – . Mai posto in discussione l’ipotesi di dare vita a queste casette, come ha confermato il sindaco nei giorni scorsi».

«QUANTO all’ipotesi di aiutare prioritariamente le famiglie lucchesi – ha concluso la Vietina – è inammissibile: un territorio deve disporre politiche sociali non deve creare dei sistemi delle domande dei residenti e della provenienza: tutte le famiglie hanno esattamente la stessa possibilità di accedere ai servizi sociali. La riqualificazione dell’area? Una città come la nostra non può sopportare una situazione di degrado, ci assumeremo la responsabilità che questo degrado non sia procrastinato. Come? Non è il momento di dirlo. Di azzerare l’esistente non se parla nemmeno. Grande amarezza per le polemiche di una campagna di stampa tesa a presentare in modo scorretto la vicenda». Dure le opposizioni. A partire da Pietro Fazzi (Liberi e responsabili): «L’amministrazione ha preferito imporci una lezioncina fatta di citazioni e avverbi, senza spostare i termine del problema e percorrendo la via della polemica. Mi lascia indignato sentire dire dall’assessore che si sono inventati tutto i giornalisti. Se si mette in discussione una cosa che grida vendetta sembra che si sia contro l’inclusione sociale: incredibile. I nomadi non vanno allontanati, ma nemmeno parlare di una realtà intoccabile». Duro anche Lido Fava del solito gruppo: «E’ una maggioranza pasticciona e confusionaria. In via delle Tagliate ci sono problemi anche di ordine pubblico, se il progetto delle casette fosse andato in porto, si sarebbero parlato di una struttura permanente. I lucchesi non vogliono siano spesi altri soldi pubblici su simili progetti».

IN FAVORE dell’amministrazione si è spesa Valentina Mercanti (Pd): «E’ un argomento sensibile che va trattato con massima delicatezza, evitando strumentalizzazioni: quello delle casette è un progetto che è decaduto a fine novembre».Questa vicenda mostra la considerazione che l’amministrazione ha del Consiglio: una mera appendice di decisioni prese altrove. Secco Roberto Lenzi (Idv): «Abbiamo appreso dai giornali tutta vicenda: è l’ennesima dimostrazione di quanto l’amministrazione tenga d conto il Consiglio. L’intervento della Vietina è stato infarcito di retorica, ma non si amministra con la retorica». Marco Martinelli (Forza Italia) contesta le affermazioni dell’assessore: «Vietina è stata sconfessata politicamente sulla vicenda e sta provando a negare tutto, mistificando la realtà. Si palesano le divisioni dell’amministrazione». Caustico Battistini (Pd): «Questa gente dell’opposizione che fa questi discorsi sarà alle celebrazioni per don Franco Baroni. Che tristezza». Per ora finisce qui. Domani è un altro giorno.

ma per l’opposizione la cosa non può finire qui, e parte all’attacco (così nella ricostruzione de ‘lo Schermo’ odierno:

Giorgi attacca «Consiglio espropriato. Sulla questione nomadi ha già deciso la Giunta insediando autonomamente un gruppo di lavoro»

LUCCA, 8 gennaio – Non si sono sopite le polemiche e le tensioni consumate nel Consiglio comunale di ieri sera che di nuovo la questione dei campi nomadi torna a far discutere la politica lucchese dopo che il consigliere del Movimento 5 Stelle Laura Giorgi ha appreso dall’albo pretorio la delibera della Giunta comunale con la quale già lo scorso 30 dicembre è stata insediata una commissione di lavoro, senza che le commissioni ne il consiglio ne fossero partecipi.

Il consigliere Giorgi, assente nella seduta di ieri sera, aveva presentato un proprio ordine del giorno e inviato un intervento scritto «Noi avevamo chiesto in consiglio la lettura di quanto sottoscritto ossia se corrisponda a vero la notizia che un gruppo di lavoro sia già stato approvato con delibera di Giunta, nel qual caso noi  valutiamo nulla o da rivedere tale decisione. I poteri del consiglio e delle commissioni consiliari non possono essere espropriati: questo è il punto importante ma sono talmente sicuri di sé che continuano a fare quello che vogliono ed il Consiglio Comunale che esprime i cittadini è ignorato».

La delibera 275 del 2013 parte analizzando i dati aggiornati al 2013: «la Regione Toscana ha 3.745.786 abitanti sul proprio territorio e i ‘nomadi’ Rom e Sinti presenti sono circa 2.600, di cui 1.200 nei campi con una percentuale sulla popolazione toscana pari allo 0,07% (dati anno 2012 Fondazione Michelucci); attualmente a Lucca sono presenti 3 insediamenti denominati ‘campi nomadi’, situati in via delle Tagliate, in via di Fregionaia e in via della Scogliera; l’insediamento del campo delle Tagliate – situato tra il campo Coni, il cimitero ed il parcheggio bus turistici nel quartiere di S. Anna – con una estensione di 10.162 metri quadrati, è composto da etnie Sinti e Rom, è nato alla fine degli anni ’90 ed attualmente è composto da 23 piazzole, con una presenza di 132 persone a comporre 33 nuclei familiari (dati aggiornati ad agosto 2013); le altre due realtà, entrambe composte da soggetti Sinti, sono quelle del campo di via della Scogliera n. 1411 (n. 55 persone – dati del maggio 2013) e il campo di Maggiano/Fregionaia (n. 25 persone – dati maggio 2013), per un totale di complessivo di 212 persone».

L’amministrazione Fazzi con atto n. 128 del 24 marzo 1999 attivò un protocollo d’intesa per interventi a favore delle popolazioni Rom e Sinti con il contributo della Caritas Diocesana e coordinato dal Servizio Sociale Professionale;

I progetti attivi dal documento dell’esecutivo comunale sono:  interventi di sostegno – a cura del Servizio Sociale Professionale – «progettazione condivisa ed erogazione sostegno scolastico/educativo presso il campo, esenzione servizi scolastici, sostegno economico; tutela sui minori come definiti dall’autorità giudiziaria del Tribunale per i Minorenni di Firenze con provvedimenti di affido al servizio sociale e/o monitoraggio e controllo sul nucleo familiare; azioni di affiancamento su percorsi di formazione professionale e di inserimento sociale; collaborazione con le istituzioni scolastiche, con particolare attenzione alla frequenza scolastica ed allo scambio reciproco di informazioni».

Il progetto «In campo» attuato «con convenzione con le Cooperative La Cerchia e Odissea e la Caritas; quattro educatori, presenti sul campo per 60 ore settimanali per 35 minori coinvolti, e la coordinatrice attuano un sostegno scolastico ed educativo individualizzato e di gruppo».

Il progetto Donne al Lavoro  che prevede «un percorso di accompagnamento e inclusione sociale/lavorativa gestito dalla Caritas attraverso varie cooperative (per Lucca l’Impronta e Odissea) che si concretizza in borse lavoro (di circa 400 euro/mese) per esperienze qualificanti di lavoro presso aziende».

Attività estive – laboratorio-gioco intitolato «Fuori Gioco» consistente in «due incontri settimanali presso gli spazi esterni della struttura Carlo del Prete (presso struttura comunità per minori in viale Carlo del Prete), con orario 15,30-19,30 con attività di gioco finalizzate alla socializzazione, conoscenza del sé, senso e rispetto delle regole, espressività e valorizzazione delle capacità individuali, per 20 ragazzi delle scuole elementari».

I risultati di tutte queste attività sono valutati positivamente dell’amministrazione e sono efficaci «ma necessitano di una implementazione di carattere organizzativo, economico e professionale, anche per affrontare e risolvere le aree critiche che pure permangono». Per questo la Giunta comunale definisce l’obiettivo «di implementare la presenza di un presidio dei servizi sul campo attraverso la dotazione di una struttura polivalente utilizzabile per le iniziative di sostegno».

La Giunta il 30 dicembre scorso ha deliberato quindi di «attivarsi attraverso lo strumento del protocollo di intesa tra tutti gli attori istituzionali che con l’Amministrazione comunale hanno operato ed operano nel campo con l’obiettivo di meglio definire compiti e ruoli nell’ambito delle azioni progettuali programmate per il campo delle Tagliate; di sostenere tutte le iniziative – pubbliche e private – che attuano i vari interventi di sostegno alle comunità sinti e rom, con indicazione prioritaria alla soluzione delle problematiche più urgenti relative alla condizione degli ospiti sulle aree di sosta;

Di esplicitare nella sede della Conferenza Zonale dei Sindaci … la necessità di confermare ed implementare le linee di attenzione ed intervento già previste dal Piano di Salute in favore di dette comunità;

Di ufficializzare la costituzione di un Tavolo di Lavoro istituzionale e tecnico denominato “Gruppo Nomadi”, costituito dai rappresentanti istituzionali e tecnici dei seguenti soggetti: Comune di Lucca: assessore con delega a Politiche Formative Politiche Sociali e di Genere del Comune di Lucca; assessore con delega alle Politiche Abitative del Comune di Lucca; dirigente Settore Dipartimentale 02 Politiche Sociali del Comune di Lucca; responsabile del coordinamento della U.O. 2.1 ‘Area Minori, Famiglia, Disabili, Emarginazione’; responsabile del coordinamento della U.O. 2.3 ‘Area housing sociale’; assistente sociale comunale con specifica attribuzione relativa alla problematica dei nomadi; comandante o suo referente del Servizio di Staff D Polizia Municipale; dirigente o suoi referenti del Settore Dipartimentale 05 ‘Opere e Lavori Pubblici, Urbanistica’ , dirigente o suo referente del Settore Dipartimentale 03 ‘Servizi Educativi e a Tutela del Territorio’;  Fondazione Casa, attraverso un proprio referente;  Caritas Diocesana, attraverso un proprio referente;  Comunità di S. Egidio, attraverso un proprio referente».

LEGGI ANCHE – Vietina sul campo nomadi: «No a discriminazioni, sì a integrazione e responsabilità». Bocciati gli ordini del giorno Martinelli-Macera, ma l’opposizione stigmatizza il «progetto casette»




il no del sindaco alle ‘casette in legno’ per i sinti

 

Tambellini blocca la riqualificazione del Campo nomadi

 

«Ritengo che sia il momento di sgombrare il campo da tutte le ipotesi più o meno fantasiose che ho letto sugli organi di stampa a proposito del campo di accoglienza, erroneamente definito ‘Campo nomadi’»

«Non ci sono le condizioni tecniche, urbanistiche e finanziarie per proseguire con questo progetto»

 

A parlare in una nota diffusa alla stampa è il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini. «L’ipotesi di intercettare un finanziamento regionale ad hoc per riqualificare l’area attualmente utilizzata come campo di transito e per dotarla di strutture destinate all’accoglienza provvisoria è stata attentamente vagliata dall’Amministrazione.

Dopo aver appreso tramite gli uffici comunali dell’esistenza di una linea di finanziamento regionale a ciò specificatamente destinata ho dato mandato agli uffici competenti, che ringrazio per l’ottimo lavoro fatto, di esplorare la fattibilità e gli eventuali costi dell’operazione. Questo perché ritengo che la decennale vergogna del grave livello di degrado raggiunto dalle aree sulle quali oggi insistono i campi nomadi del nostro territorio andasse risolta una volta per tutte in modo strutturale. Fino ad oggi, infatti, tutte le Amministrazioni che si sono succedute hanno accuratamente fatto finta di non vedere la situazione presente a due passi dalle mura urbane e nel bel mezzo del parco fluviale.

Per questo motivo, ho ritenuto fosse doveroso studiare la questione per valutare se l’opportunità del finanziamento potesse rappresentare l’occasione giusta per riqualificare l’area. Tuttavia, dalle analisi fatte è emerso che, allo stato, non ci sono le condizioni tecniche, urbanistiche e finanziarie per proseguire con questo progetto.

Ciò detto, non intendo nascondere che resta irrisolto un problema che, comunque non può più continuare ad essere ignorato. Purtroppo, spesso la discussione su questo tema trascende e compaiono toni forti e polemici che raggiungono talvolta il livello della discriminazione, facendo perdere di vista la vera criticità. Tutte le città che hanno affrontato scelte innovative su questi temi hanno impegnato energie e lunghi periodi di sperimentazione, ma è su questo che si qualificano le politiche di inclusione e coesione sociale. Manterremo quindi un confronto aperto su questi temi econclude il primo cittadino – invitiamo la città, in tutte le sue articolazioni, a passare ad un livello propositivo e a collaborare con l’amministrazione per risolvere quello che è un problema di tutti».

@loschermo

ma l’assessore cerca una soluzione

Il sindaco cancella il progetto casette, ma la Vietina convoca per oggi la maggioranza con un consulente esterno

Lucca, 30 dicembre 2013

RETROMARCIA innestata. Almeno per ora. Anche perché il rischio di trovarsi nell’ennesimo vicolo cieco politico era davvero alto. Il sindaco Tambellini, sulla contestatissima vicenda delle casette in legno per i nomadi di via delle Tagliate, stretto dalle polemiche di queste settimane, ha preferito dare l’alt, affermando che per il progetto non ci sono le condizioni tecniche, urbanistiche e finanziarie, per quanto la Regione si fosse dichiarata disponibile a stanziare circa 7-800mila euro. Segno che sarebbe costato molto di più.

E sarebbero stati soldi di palazzo Orsetti. In realtà su questa ipotesi si erano addensate anche le riserve di tanti esponenti della maggioranza, pronti a mettere in discussione la scelta nel Consiglio del 7 gennaio prossimo. Il sindaco ha però aggiunto che il problema resta irrisolto. Come a dire che la questione non finisce qui, lasciando spazio a nuove soluzioni.
«TUTTE le città – ha spiegato Tambellini – che hanno affrontato scelte innovative su questi temi hanno impegnato energie e lunghi periodi di sperimentazione, ma è su questo che si qualificano le politiche di inclusione e coesione sociale. Manterremo quindi un confronto aperto su questi temi e invitiamo la città, in tutte le sue articolazioni, a passare ad un livello propositivo e a collaborare con l’amministrazione per risolvere quello che è un problema di tutti».
PER ORA è sicuramente un problema della sua maggioranza, che sul tema appare molto divisa. Nonostante il vice sindaco Ilaria Vietina si sia spesa e si stia spendendo in prima persona. Vietina, però, non si dà per vinta. Per oggi pomeriggio ha infatti convocato in tutta fretta un tavolo aperto a tutti i consiglieri comunali di maggioranza e agli assessori.

Non nasconde che le posizioni sul tema sono molto differenziate, arrivando a parlare di «orizzonti culturali» molto diversi nella stessa maggioranza che sostiene il sindaco. Ecco allora un incontro di approfondimento per creare un gruppo di lavoro in grado di arrivare a una nuova proposta sul tema. E per farlo l’assessore chiama un esperto sulla tematica nomadi. Sergio Bontempelli, ex Democrazia Proletaria, poi in Rifondazione Comunista e Collettivo Studentesco, ora impegnato sui temi dell’immigrazione e particolare attenzione per Rom e Sinti.

A Pisa, Bontempelli si è impegnato in alcune vertenze proprio per il diritto alla casa per i Rom. Vietina, dunque, prova a rilanciare, dopo aver ottenuto una sorta di via libera da Tambellini a ripartire da zero su un tema che ha scatenato una raffica di posizioni contrarie in città.  

Fabrizio Vincenti

l’assessore Vietina ormai l’ha presa di petto, meglio a cuore, e va avanti costi quello che costi, anche la contrapposizione al Sindaco, realizzando immediatamente una riunione di tutti i consiglieri comunali della maggioranza e degli assessori competenti, anche se la fretta nel convocarla durante queste feste ha permesso la presenza di pochissimi all’incontro col Bontempelli:

Nomadi, l’assessore Vietina va avanti. Martinelli attacca: «Aiutate i lucchesi»

Pochi alla riunione per studiare soluzioni alle Tagliate




consiglio comunale straordinario sulle casette per i sinti a Lucca

Dopo la Befana i nomadi arrivano in consiglio comunale

così titola il sito on line ‘lo Schermo’: “i nomadi (gente che è a Lucca da circa quarant’anni!) arrivano in consiglio comunale” alludendo alla polemica che nei giorni scorsi si è sviluppata a Lucca tra la gente e sui media, specie social media, in riferimento alla notizia di una ristrutturazione del ‘campo nomadi’(come in genere viene chiamato), o più propriamente (come il Comune lo ha sempre voluto) ‘campo sosta’ di via delle Tagliate: un’area di grande disagio dove tutto è fatiscente e richiede senz’altro una serie di migliorie (comprese le ‘casette in legno’ di cui si è parlato nei giorni scorsi, anche se certamente i sinti che abitano quest’area  correranno il grosso rischio (ancorché oggi si dicano contenti: sentir parlare di casette nuove non può che far contenti i beneficiati che da anni abitano roulotte alla meglio e comunque del tutto insufficienti a far fronte alle esigenze di famiglie a volte numerose) di vedere trasformata l’area da loro gestita in un’area come grande contenitore di disagio sociale perché raccoglitore di casi di sofferenza sociale o di tutta la realtà della migrazione accolti a Lucca (così come esplicitamente viene delineato da membri dell’amministrazione):

 

LUCCA, 19 dicembre 

Forza Italia parte al contrattacco sulle questioni legate al campo nomadi di via delle Tagliate. Il tema sarà discusso nel consiglio comunale di Lucca in programma per il 7 gennaio. E’ quanto è stato deciso oggi nel corso della conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari. Dopo le prime indicazioni del consigliere Luca Leone (Impegno Comune) – interessato soprattutto a capire se l’amministrazione ha un progetto di lungo periodo sul campo di via delle Tagliate e se quello resterà il luogo permanente di abitazione – ecco che Marco Martinelli e Mauro Macera (Forza Italia) portano un ordine del giorno nel quale, oltre a invitare il Comune “a concentrare gli aiuti verso le giovani coppie, gli anziani e le famiglie lucchesi in difficoltà”, ricordano i 25mila euro richiesti in conferenza dei sindaci e dicono che “nonostante sia stato speso denaro pubblico (oltre 70mila euro) per lavori di sistemazione al campo nomadi, ancora regna incertezza sulla destinazione della struttura, nata come campo di transito e trasformatasi nella realtà in luogo di sosta permanente”.
Ecco, nel dettaglio, l’odg presentato da Forza Italia che sarà discusso il prossimo 7 gennaio.

Premesso che i riferimenti normativi attinenti al progetto di intervento relativo all’insediamento Rom di Lucca sono richiamati nella delibera di Giunta regionale 128/2013 istitutiva del “tavolo regionale per l’inclusione delle popolazioni Rom e Sinte”. Considerato che nell’ambito della applicazione di recenti indicazioni nazionali ed europee richiamate in tale delibera la Regione Toscana ha chiesto al competente organismo dell’UE una revisione del POR CREO nel contesto dell’asse V “Valorizzazione delle risorse endogene per lo sviluppo territoriale sostenibile”, “interventi di recupero e riqualificazione dell’ambiente urbano e delle aree da destinare a spazi e servizi a fruizione collettiva, al terziario avanzato, nonché alla realizzazione di infrastrutture e servizi alla persona”. Considerato che a seguito della prevista prossima approvazione della revisione del POR CREO e nell’ambito di tale revisione rientra la realizzazione di un intervento di qualificazione delle condizioni abitative dell’insediamento Rom di Lucca. Visto che nonostante sia stato speso denaro pubblico (oltre 70.000 euro) per lavori di sistemazione al campo nomadi, ancora regna incertezza sulla destinazione della struttura di Via delle Tagliate, nata come campo di transito e trasformatasi nella realtà in luogo di sosta permanente.                                                                                                Visto che in sede di conferenza dei sindaci il Comune di Lucca ha voluto fortemente destinare al campo rom altri 25.000 euro. Considerato che ogni giorno molte attività, sia nel centro storico, sia in periferia, sono costrette ad abbassare le saracinesche colpite da una crisi senza precedenti. Considerato che soprattutto in questo periodo di crisi economica è opportuno concentrare le risorse prima di tutto per aiutare le giovani coppie, gli anziani e le famiglie lucchesi in difficoltà.
Tutto ciò premesso e considerato, invita il Sindaco e la Giunta: – a chiarire al Consiglio Comunale se sia allo studio un progetto che mira alla creazione di strutture abitative per i nomadi e per gli immigrati; – a rendere noti nel dettaglio i lavori eseguiti al campo nomadi di Via delle Tagliate con una spesa di oltre 70.000 euro sostenuta dalla comunità lucchese; – a chiarire al Consiglio Comunale, se esiste la possibilità che il Comune, attraverso i  servizi sociali, si faccia carico delle eventuali morosità che si potrebbero verificare nel pagamento delle bollette dell’acqua, visto che sono stai attivati un numero di contatori pari a quante sono le piazzole di sosta presenti nel campo nomadi.
Impegna il Sindaco e la Giunta: – vista la crisi economica e la scarsità di risorse pubbliche a disposizione dell’Ente Comunale a concentrare gli aiuti verso le giovani coppie, gli anziani e le famiglie lucchesi in difficoltà.
Marco Martinelli e Mauro Macera (Forza Italia)



ancora polemiche per il ‘campo sosta’ di Lucca

Al campo Rom altri 25mila euro, ma scoppia la polemica

Servizi sociali, in conferenza dei sindaci solo l’assessore di Altopascio vota contro

Andranno al campo nomadi di Lucca i 25mila euro residui di fondi regionali destinati alle Case della salute. La destinazione è stata decisa dal Comune di Lucca e approvata con il solo voto contrario di Elena Silvano, assessore comunale ad Altopascio con deleghe a servizi sociali, tutela della famiglia, integrazione, pari opportunità e sanità. Sul suo profilo Facebook, la Silvano ha reso pubblica la vicenda. «Situazioni familiari sempre più difficili. Ogni mattina — scrive — incontro persone che piangendo e con vergogna mi raccontano di sfratti, utenze sigillate e di non sapere come fare a fare la spesa. Il Comune c’è e c’è il volontariato ma non basta. Quasi sempre ci sono bambini in queste famiglie o persone anziane con la pensione minima che basta appena appena per mangiare e pagare le bollette. E poi mi chiedono perché in Conferenza dei sindaci ho votato contro (l’unica in rappresentanza di Altopascio) tra i Comuni della Piana all’utilizzo di un residuo di 25.000 euro di fondi da usare per la Piana di Lucca che il Comune di Lucca ha voluto fortemente destinare al campo Rom. Comprendo le ragioni di dignità umana ma in una situazione di emergenza come quella odierna in cui chi ha scelto l’Italia come luogo dove vivere, pagare le tasse e crescere la propria famiglia ha perso i punti di riferimento forse bisognerebbe cercare di dare una boccata di ossigeno prima a queste famiglie».

da ‘la Nazione’ del 16.12.2013




anche a Lucca baby squillo

“Sesso e foto hard se mi fai una ricarica”: tredici anni, proposte choc ai compagni

 

Accade in una scuola media

La denuncia di un nonno

 Ha soltanto 13 anni. Ma si propone come una donna «esperta», facendo propria anche un’attenta strategia marketing. Dice di essere pronta a rapporti orali, di poter offrire le foto delle sue parti intime, di promettere momenti «speciali». Si fa avanti personalmente con i suoi compagni, ma li contatta anche, privatamente, sui social e per sms. Ma tutto ha un prezzo. In cambio chiede infatti qualche euro, quello che serve per una ricarica telefonica, per soddisfare gli sfizi di una ragazzina appena adolescente.

UNA STORIA choc che arriva da una scuola media lucchese. A raccontarla è un nonno che ci contatta direttamente in redazione. «Mio figlio preferisce non alzare polverone, non lo ha detto nemmeno alla preside e non ne vuol parlare con i genitori della ragazza – dice -. Ma io personalmente non mi sento di far passare del tutto sotto silenzio un fatto inquietante. Mio nipote che quest’anno frequenta la terza media è stato avvicinato con esplicite avances sessuali da una coetanea della sua scuola. Ha proposto a lui e ad altri ragazzini di fare sesso o di scattarsi foto oscene in cambio di soldi o ricariche telefoniche. E’ allucinante, sarebbe perfino incredibile se non si trattasse di mio nipote, il modo in cui si è proposta, praticamente senza limiti né inibizioni. In famiglia siamo rimasti sconvolti». Episodi simili erano venuti alla luce, ma in età decisamente più avanzate. In questo caso non solo si tratta di una minorenne, ma di una ragazzina di appena 13 anni.

«NON VOGLIO alzare il polverone nelle famiglie, né mettere in croce una scuola che per molti aspetti funziona bene e che non può certo essere responsabile di tutto ciò che avviene. Ma mi sembra doveroso – sottolinea il nostro lettore – far sapere che anche nella nostra apparentemente placida Lucca, esistono problematiche sociali drammatiche, di cui magari molti sono già a conoscenza ma fanno finta di non vedere. La sfrontatezza delle ragazzina, la mancanza assoluta di valori e di amor proprio, unite forse al volersi mettere in luce a tutti i costi, ci devono far riflettere».

UN CASO choc, piovuto a Lucca sull’onda lunga degli episodi romani, in cui le baby squillo si proponevano sul web con espliciti inviti e ammiccamenti. «Un problema che esiste, temo che infatti sia tutt’altro che circoscritto alla compagna di scuola di mio nipote. Le istituzioni, la chiesa, le associazioni e gli psicologi, devono far quadrato per affrontare questa nuova, drammatica emergenza sociale».

il quotidiano ‘la nazione’ giustamente ha voluto riflettere su questo caso certamente preoccupante e ha intervistato una psicologa che definisce grave un caso come questo ed è importante denunciarlo (di seguito l’articolo de ‘la nazione’ con l’intervista di Laura Sartini alla psicologa Lavinia Lombardi9

Baby-squillo alle scuole medie, parla la psicologa: “Casi gravi da denunciare”

“L’obiettivo e’ comprare vestiti griffati per essere accettati

 Fa discutere il caso dellaragazzina di terza media, studentessa in una scuola lucchese, disposta a concedere sesso in cambio di qualche euro. Un nonno ci aveva segnalato il fatto: suo nipote era stato avvicinato con esplicite avances dalla compagna di studi. Con il sorriso e lo sguardo malizioso gli aveva anche sommariamente descritto il «menù», che includeva anche la possibilità di riceverefoto delle sue parti intime.

Sul prezzo ci si poteva accordare (anche se fino a un certo punto). Non grandi pretese, bastava l’equivalente per una modesta ricarica telefonica. Un racconto inquietante che il nostro lettore ci ha voluto comunicare per sensibilizzare la società lucchese. «Puntare il dito sulle strutture territoriali che non funzionano, come sulla famiglia, non è la risposta — replica oggi ladottoressa Lavinia Lombardi, psicologa e consulente insieme alla dottoressa Consuelo Giuli del progetto “Area Cognitiva ” per la zona di Lucca, oltre che membro attivo dello sportello ascolto nelle scuole —. Non c’è un clichè, ogni caso è specifico. E’ chiaro che la società cerca di rispondere, ma lo è altrettanto che certi fatti, molto spesso, passano sotto traccia. I ragazzi non ne parlano in famiglia e quasi mai con noi psicologi.

IL PROBLEMA è quello dell’inconsapevolezza. E mi spiego. Qui siamo di fronte a un’inconsapevolezza delle conseguenze e non del gesto specifico. Loro hanno ben chiaro l’obiettivo: quello di comprarsi la maglia griffata, in modo di poter stare a pieno titolo nel gruppo di appartenenza. Il desiderio diventa volontà e travalica i limiti. Qui arriva appunto l’inconsapevolezza della ricaduta sulla vita sociale, sulla visione di loro stessi. Tutto questo viene al momento resettato per fare spazio all’obiettivo perseguito».

MA PER QUALI motivi, in modo quindi più aperto e diretto, i ragazzi si rivolgono allo sportello ascolto nelle scuole? «Di solito — dice la psicologa — si tratta delle problematiche di ansia legate al rendimento scolastico. C’è in molti la rincorsa alla migliore performance, secondo le rispettive ambizioni. Inoltre molti vivono il timore di essere messi da parte nel gruppo, soprattutto di essere giudicati. Anche se il motivo più specifico del nostro contributo è legato ai disturbi specifici dell’apprendimento e ai conflitti preadolescenziali ed è chiaro che i casi più complessi vengono poi raccomandati per un percorso più mirato di psicoterapia».

 

di Laura Sartini




povertà a LUCCA

 

La povertà è un’emergenza: 1.500 famiglie ai centri Caritas

Il rapporto annuale dell’organismo diocesano fotografa una situazione drammatica

Il vescovo Castellani

Il vescovo Castellani

Lucca, 22 novembre 2013 

Un dato su tutti: nell’ultimo anno ai Centri ascolto «Caritas» della Lucchesia hanno chiesto aiuto ben 1.500 persone, un terzo un più rispetto all’anno precedente. Ognuno portavoce delle istanze di una famiglia con almeno un figlio: lo specchio statistico riflette dunque un popolo di almeno 4.500 persone che nella nostra provincia sono in cerca di un sostegno e, nel 70 per cento dei casi, anche di un lavoro. L’emergenza non arretra di un passo, secondo quanto rivela l’ultimo report sulla povertà della Caritas, significativamente intitolato «Forti nella speranza». Ormai non si tratta solo più di immigrati in cerca di «primo approdo». Quasi un caso su due parla italiano, e tra gli italiani uno su quattro si trova in una situazione di frattura familiare, diviso dal coniuge.
Padri separati che si rifugiano in alloggi di fortuna e, dall’altra parte di un fossato che si divarica, madri che non ricevono l’assegno di mantenimento e non sanno come mettere in tavola la cena per sè e e per i figli. La crisi avanza e non ne fa mistero il vescovo Italo Castellani che ha dovuto ritagliare uno spazio apposito da dedicare all’ascolto nel centro Caritas.  «Fino a qualche tempo fa il venerdì la mia porta era sempre aperta per chi aveva dei problemi su cui confrontarsi — ha dichiarato monsignor Castellani —. Oggi, purtroppo, il fronte dell’emergenza si è notevolmente allargato e ogni 15 giorni ho creato uno spazio al centro Caritas dedicato a chi cerca risposte. E’ in atto una forte crisi non solo dal punto di vista economico, ma anche dei valori, morali, spirituali e culturali. E c’è un altro campanello d’allarme che suona fortissimo: l’aumento della rassegnazione e, di conseguenza, del numero degli inoccupati, coloro che hanno rinunciato a trovare un lavoro». La classe media è nel vortice di una crisi che non molla, e i bisogni che rappresenta sono quelli essenziali: il cibo e l’abitare.
«La povertà ha un nuovo identikit — ha spiegato Donatella Turri, direttrice della Caritas Lucca —. Attraversa tutta la società, bussa a casa di chi fino all’altro giorno ha avuto un buon tenore di vita e di colpo dalla vita ha ricevuto un fendente violento e improvviso che l’ha gettato nel baratro. E i parenti aiutano, ma le risorse non sono infinite». La povertà colpisce soprattutto sotto i 34 anni, e il dato rivela tutta la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro, anche da laureati. In seconda battuta chi ha sotto i 44 anni, mentre è leggermente più clemente nella fascia intermedia, per poi tornare a colpire duro nella zona degli ultra 65enni. Gli stranieri in cerca di aiuto sono soprattutto marocchini, poi romeni, originari dello Sri Lanka, albanesi, ucraini e, in ultimo, tunisini.
«Di solito — afferma la dottoressa Elisa Matutini che ha collaborato alla stesura del resoconto — la richiesta va nella direzione di una ricerca di autonomia. Prima ancora che sussidi economici e viveri, cercano un lavoro full time. E, purtroppo, una volta che si sono affacciati ai nostri centri di ascolto, in un caso su due ritornano perché il problema negli anni non si è risolto». I numeri lo confermano. I 20 centri di ascolto della Caritas nel 2000 accoglievano 109 persone; nel 2005 sono saliti 827, nel 2012 quasi il doppio, 1.500. La fame di lavoro non trova appagamento: in provincia oggi sono quasi 20mila le persone in cerca di occupazione di cui 3.400 stranieri. E poi l’emergenza sfratti: nel 2012 sono stati ben 377 nella nostra provincia, più di uno al giorno. Peggio del 2011 (358), molto peggio dell’anno in cui è iniziata la crisi, il 2008 (218). Le famiglie non riescono a far fronte a bollette, affitti, spese vive necessarie. E i provvedimenti di sgombero coatto delle abitazioni si moltiplicano




da ‘campo nomadi’ a ‘grande contenitore di disagio’

 

«Strutture abitative per nomadi tra cimitero e campo Coni»

L’assessore regionale Allocca conferma il progetto allo studio

Controlli alle Tagliate

riproduco qui sotto l’ articolo  comparso sul sito de ‘la Nazione-Lucca’ sulla trasformazione dell’area di transito che da decenni ospita sinti e rom
può anche prendere le mosse  da un’intenzione positiva questo progetto di dotare di casette in legno il ‘campo nomadi’ o ‘campo di transito’ situato tra il cimitero urbano e il palazzetto dello sport, e in quanto tale non può che essere guardato  con favore, ma …
in più di trent’anni ho sempre costatato una cosa: si discute su di loro, si progetta su di loro, ‘per il loro bene’, ma sempre senza di loro, sempre sulle loro teste … ‘loro’ sono , evidentemente, i sinti, i rom, gli zingari, anzi pudicamente ‘i nomadi’ (che sono a Lucca da circa 30-40 anni) le cui personali esigenze, problemi, richieste poco interessano
proprio ieri ho giocato a lungo coi loro bambini e ho chiesto loro cosa ne pensassero di questo progetto: non ne hanno neanche sentito parlare
saranno contenti quando vedranno che l’area del ‘campo’  dove elaborano la loro vita coi propri gusti, criteri culturali, e coi propri stili di vita (pur con tanti disagi a motivo delle strutture igieniche fatiscenti) avrà subito una radicale trasformazione  e sarà diventata, ancorché migliorata in queste strutture, un grande contenitore, di disagio sociale, di situazioni problematiche, in un “campo di raccolta per persone immigrate da paesi del terzo e quarto mondo”?
chi ci dà il diritto di considerarli o, strumentalmente, come ‘nomadi’ (dopo aver loro precluso normativamente ogni possibilità di vita nomade, piegandoli di fatto ad una sedentarietà forzata) in modo da concludere: dunque vadano via o passiamo mandarli via; o riduttivamente e ingiuriosamente come dei ‘poveracci’ nei cui confronti progettare un assistenzialismo a prescindere da tutto ciò che in realtà sono  nei loro stili di vita, nelle loro tradizioni, cultura, bisogni, esigenze, spesso molto personali?
anche loro hanno il piacere, come ciascuno di noi, di poter dire: ‘a casa mia’ faccio le cose come voglio io, non come vogliono gli altri, fosse anche l’amministrazione pubblica e … ‘per il loro bene’

Lucca, 10 novembre 2013 

Via delle Tagliate: non chiamatelo più campo nomadi, per favore. Quell’area accanto al cimitero urbano, in futuro, potrebbe divenire un vero e proprio campo di accoglienza. Da temporaneo a definitivo: al servizio non solo dei rom, ma anche di tutti coloro che, in futuro, ne avessero bisogno. Parola dell’assessore regionale al Welfare Salvatore Allocca, che fa il punto sul futuro del più grande campo nomadi cittadino, una vera e propria fucina di problemi sociali, ma anche di ordine pubblico: basti pensare al numero delle persone agli arresti domiciliari presenti nel campo che si incastra tra il camposanto monumentale e il campo Coni. Da giorni in città monta polemica sul futuro dell’area e sul possibile progetto, finanziato con soldi dell’Unione Europea che giungerebbero attraverso la Regione, per trasformare radicalmente il campo. Da campo di transito, per quanto di transito, come detto, non lo è mai stato, a un vero e proprio insediamento abitativo permanente con casette in legno a un piano.
Pagate naturalmente con i soldi pubblici: 7-800 mila euro arriverebbero dalla Regione, via Europa; ne servissero di più, ecco che allora ci sarebbe da capire se il Comune dovrà mettere mano al portafoglio. «Il progetto, che vede un qualcosa di simile anche a Pistoia – spiega l’assessore Allocca – nasce all’interno delle linee europee di inclusione delle popolazioni rom, ma non solo di esse. Anche a Lucca stiamo provando a realizzare un campo di accoglienza che non sia destinato esclusivamente alla popolazione rom, che così com’è, ci sono stato nel giugno scorso, è davvero malmesso. Vogliamo provare a realizzare una struttura abitativa che non ghettizzi e che, come detto, non sia solo per i rom. Una struttura del genere, domani, potrà essere a disposizione di altri soggetti in difficoltà. Vanno chiariti comunque gli aspetti urbanistici». Già, il domani potrebbe riservare dunque nuovi arrivi. Per quanto, come confermato dall’assessore Vietina, il progetto, nell’immediato è destinato agli attuali abitanti del campo. Ma se questi, come del resto sta avvenendo progressivamente a causa dei punteggi elevati che raccolgono nelle graduatorie, dovessero risultare assegnatari di appartamenti di edilizia residenziale pubblica? Il loro posto verrebbe preso con ogni probabilità da altri. Questo è quello che in molti temono.
Il campo nominalmente temporaneo, a quel punto, diverrebbe formalmente definitivo, andando ad ospitare altre situazioni di disagio. Un terreno delicato, per certi versi minato. E non a caso sull’argomento anche in alcuni settori della maggioranza si registrano perplessità. Impiegare altro denaro pubblico, perché di questo si tratta a prescindere dalla sua provenienza, dopo tutto quello già impiegato, ultimi i 70 mila euro per il rifacimento delle piazzole e i contatori dell’acqua, fa storcere il naso. Senza considerare che di fatto si rende permanente una struttura che, piaccia o meno, è in qualche modo un coacervo di marginalità. Ma le obiezioni di natura politica non sono le uniche. Anche da un punto di vista urbanistico il progetto non appare dei più semplici. Siamo praticamente nella zona cimiteriale, a un passo dal fiume e nel punto di ingresso di quello che sarebbe il parco fluviale.
I vincoli non paiono così semplici da essere superati. Sicuramente servirebbero delle varianti urbanistiche. Per ora, a Palazzo Orsetti, si stanno limitando a una prima panoramica della situazione, come conferma l’assessore all’Urbanistica Serena Mammini. «Ce ne siamo interessati, al momento, solo in un incontro — spiega — per capire quali potrebbero essere le difficoltà, da un punto di vista urbanistico, derivanti dalla realizzazione di un progetto simile. Serve sicuramente un’analisi accurata».




in ripresa l’industria lucchese?

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In ripresa l’industria lucchese, ma raddoppia la cassa integrazione. Bene nautica, calzaturiero e cartario, salgono i prezzi dell’alimentare

 Dopo sei trimestri consecutivi l’industria lucchese interrompe la flessione produttiva e di fatturato, facendo segnare nel secondo trimestre 2013 un lieve miglioramento degli indicatori, unica provincia Toscana a non registrare perdite ulteriori rispetto al disastroso 2012. Galeotti: “In aumento la fiducia, ma raddoppiate le ore di cassa integrazione richieste rispetto all’anno precedente”. Benissimo la nautica, bene calzaturiero e carta, ancora in calo i settori metalmeccanico, marmo e alimentare, con quest’ultimo che fa registrare il vertiginoso aumento del 10% dei prezzi.

L’indagine congiunturale condotta dalla Camera di Commercio e dall’Associazione degli Industriali di Lucca relativa al secondo trimestre 2013 ha evidenziato una tenuta della produzione dell’industria manifatturiera provinciale (+0,2% contro il -1,8% del valore regionale) e del fatturato (+0,3% contro -3,0% della media toscana), rispetto allo stesso periodo del 2012.

“Purtroppo – sottolinea la presidente dell’Associazione degli Industriali di Lucca, Cristina Galeotti – perdura l’eccesso di capacità produttiva con la conseguente necessità di un ricorso a ristrutturazioni degli organici. Nei primi otto mesi del 2013, infatti, le ore autorizzate di Cassa Integrazione Ordinaria nel manifatturiero sono raddoppiate rispetto al 2012 e quelle di Cassa Straordinaria hanno mostrato una crescita allarmante in seguito al susseguirsi di crisi aziendali. Tuttavia a settembre si intravedono i primi segnali di un calo delle richieste di Cassa Integrazione Ordinaria da parte delle imprese industriali della provincia”.

Chiaramente i parametri di confronto sono quelli del disastroso 2012, ma a Lucca come nel resto del Paese il secondo e il terzo trimestre del 2013 hanno fatto segnare timidi segnali di ripresa che certamente avevano fatto sperare in una risalita, seppur lentissima. Adesso bisognerà vedere quale sarà l’impatto dell’aumento dell’Iva sulla lieve ripresa per poter essere certi che a piccoli passi la contingenza stia diventando più favorevole.

Sul fronte dei prezzi, rimane stazionario il livello medio (+0,3%) per quasi tutti i comparti, con l’unica eccezione del settore alimentare (+10%) a causa della crescita a ritmo elevato del prezzo dell’olio di oliva. Riguardo agli ordinativi, si registra una sostanziale stabilità (+0,6%), mentre a livello regionale prosegue la perdita di commesse (-2,7%). Nel complesso, gli ordinativi dall’estero fanno registrare un aumento significativo (+1,6%). Resta comunque elevata l’incidenza del fatturato estero per le imprese esportatrici lucchesi (45,2%), a testimonianza del forte orientamento verso i mercati internazionali. Rimane stabile l’andamento occupazionale rispetto al trimestre precedente sia a livello provinciale che nel complesso regionale (rispettivamente +0,1% e +0,5%).

“L’andamento produttivo a livello settoriale – spiega il presidente della Camera di Commercio, Claudio Guerrieri – è abbastanza eterogeneo con settori che mostrano sensibili segnali di ripresa ed altri che risentono ancora delle difficoltà del periodo. La nautica, settore che chiude il trimestre con la crescita più consistente, registra infatti un incremento produttivo del +21,3% dopo il +4,9% del primo trimestre; positivi i risultati anche per il tessile, abbigliamento e calzature (+7,0%) grazie al contributo delle calzature (+10,5%). In crescita anche l’elettronica (+4,7%) e la carta (+2,5%). Invece, prosegue il calo della produzione per gli altri settori. Flessione avvertita in misura maggiore dalla metalmeccanica (-7,5%), all’interno del quale il comparto della meccanica registra le perdite maggiori (-10,5% contro il -3,5% dei metalli). In calo anche il marmo (-4,7%) e il comparto alimentare (-4,8%)”.

“Un ultimo elemento confortante – conclude Cristina Galeotti – risiede nelle previsioni relative al terzo trimestre: nella valutazione della maggior parte degli imprenditori intervistati, infatti, trova conferma un miglioramento del clima di fiducia anche nei prossimi mesi”.

“I dati congiunturali relativi all’andamento dell’industria indicano finalmente segnali positivi – commenta il presidente della Provincia Stefano Baccelli -. Nessuno sa dire se questo significa che siamo usciti definitivamente dal tunnel della crisi. Sicuramente, è una boccata di fiducia di cui tutta l’economia locale avrebbe bisogno. E non è un caso che tra gli imprenditori intervistati si manifesti un clima di rinnovato ottimismo. Come Provincia siamo soddisfatti della conclusione del processo di cablaggio a fibra ottica che presenteremo nei prossimi giorni in occasione del Miac 2013”.

@LoSchermo




Lucca, la città a misura di straniero

s. martino

non può che far piacere leggere che la propria città, in cui vivi e che ami, accanto a tante disfunzioni, esprime sensibilità e offre possibilità di integrazione a quanti vivono di più il disagio di questi tempi

(vedi link qui sotto)

Lucca, la città a misura di straniero. E’ la prima in Italia per ‘radicamento’ e la decima nella classifica dell’integrazione: qua 3.856 immigrati hanno trovato lavoro :: LoSchermo.it.