una presenza significativa: Francesco a Lampedusa

 

 

 

2 luglio 2013 – Tonio Dell’Olio

La visita annunciata del Papa a Lampedusa non può e non deve essere considerata una delle consuete visite pastorali che il Vescovo di Roma riserva a una chiesa locale. Tutt’altro che una solenne cerimonia paludata. Questa volta non ci sono nuovi beati da annunciare o eventi storici da ricordare. C’è carne e sangue, volti e storie. Un dramma che altri tentano di rimuovere e che Francesco vuole mettere al centro di tutti, credenti e laici, soprattutto della politica. Un Papa come Francesco che rifugge i formalismi e intende piuttosto porre dei segnali forti, ci indica una direzione, un valore, un impegno: accogliere. Chiede alla comunità cristiana di coltivare la pedagogia dei fatti e di seminare segni. Ad altri di costruire politiche che invertano il crinale su cui siamo scivolati inesorabilmente e che prevede centri di detenzione finalizzati all’espulsione e un codice penale che trasforma le vittime in criminali. La miseria è criminalizzata e le mafie ringraziano perché proprio quelle leggi permettono loro di realizzare maggiori profitti. Un mondo in cui tutto favorisce la libera circolazione delle merci e ostacola il cammino delle persone, somiglia tanto a quell’antico commento ebraico (midrash) al racconto della Torre di Babele che lo stesso Papa Francesco ha ricordato recentemente. Si dice che la torre era ormai diventata così alta che per raggiungere la sommità si impiegava un anno. Avveniva così che se un operaio che trasportava un mattone verso la cima, per la stanchezza o lo sfinimento, cadesse, tutti piangevano perché… si perdeva un mattone. Grazie a Francesco che ci ricorda quanto le persone valgano incommensurabilmente di più dei mattoni.

il coraggio e la ‘parresia’ evangelica di papa Francesco

la preoccupazione del papa

tutta la preoccupazione del papa che percepisce tutta la consistenza del male, la necessità di non nascondere la spazzatura sotto il tappeto e di dover procedere a fare qualcosa subito, intanto con la ‘parresia’ evangelica

un buon punto della situazione nel link qui sotto

“LOBBY GAY IN VATICANO” LA DENUNCIA DI FRANCESCO (Carlo Tecce)..

per una chiesa povera tra i poveri

 

papa

è ancora una volta (ma si prevede che non sarà provvidenzialmente l’ultima) il papa a richiamarci ad una evangelica chiesa ‘povera’, tra i poveri, di poveri, per i poveri

una chiesa ‘ricca’ non può avere una vita evangelica – s. Pietro non aveva il conto in banca … soprattutto non aveva una banca!

vedi link qui sotto

Papa Francesco

la donna mafiosa, il volto emergente delle mafie

 

 

10.6.2016

la mafia assume un volto sempre più femminile: se il maschio finisce in carcere tocca alla donna assumere la giuda delle cosche, passando così da ruoli gregari e marginali a ruoli organizzativi veri e propri, con l’affermazione,  immancabilmente, … che “la mafia non esiste”

papa

papa Francesco ancora una volta ci sorprende, pregando pubblicamente così: “preghiamo perché questi mafiosi e queste mafiose si convertano”

(vedi link qui sotto)

Se lui è in prigione tocca a lei guidare il clan

la guerra è il suicidio dell’umanità (papa Francesco)

 

papa Francesco contro la guerra:

“noi oggi siamo venuti a pregare per i nostri morti, per i nostri feriti, per le vittime di questa pazzia che è la guerra! è il suicidio dell’umanità perché uccide il cuore … uccide l’amore! perché la guerra viene dall’odio, dall’invidia, dalla voglia di potere, anche – tante volte lo vediamo – da quell’affanno di più potere”

bella l’espressione che la guerra è il suicidio dell’umanità, e che Dio stesso, oltre alle vittime, piange!, però mi sarebbe piaciuta una parola in più dato che c’era, cioè una condanna chiara e inequivoca anche di ogni fabbricazione e commercio di armi … ma qui si entra talmente nel ‘delicato’ che ogni papa svicola, anche i migliori …

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