sgomberi forzati dei rom
il 14 ottobre, a Bruxelles, una delegazione dell’Associazione 21 luglio sarà ascoltata in audizione al Parlamento Europeo per fare luce sulla questione degli sgomberi forzati delle comunità rom in Italia e delle violazioni dei diritti umani che tali azioni comportano
L’audizione – ospitata dai parlamentari europei Soraya Post, Péter Niedermüller, Damian Dräghici, Sirpa Pietikäinen, Fredrick Federley, Barbara Spinelli, Terry Reintke, Benedek Jávor e dal direttore dell’Open Society European Policy Institute Neil Campbell – avrà come obiettivo generale quello di affrontare le discriminazioni razziali nei confronti dei rom in Europa con uno specifico focus sul diritto all’alloggio
Oltre al caso dell’Italia, nel corso dell’audizione sarà esaminata la situazione degli sgomberi forzati in Bulgaria, Francia e Ungheria, grazie all’intervento di organizzazioni internazionali e della società civile che hanno documentato le violazioni dei diritti umani ai danni delle comunità rom coinvolte.
I casi di questi quattro Paesi serviranno a mettere in evidenza il fenomeno degli sgomberi forzati in Europa e a discutere su come utilizzare la Direttiva UE sull’Uguaglianza Razziale, la Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulle efficaci misure di inclusione dei rom e sulle Strategie Nazionali di Inclusione dei Rom, così come gli altri standard internazionali sui diritti umani per affrontare la discriminazione dei rom nell’accesso al diritto all’alloggio, in particolare quando questa sfocia nella nella pratica degli sgomberi forzati.
L’audizione di domani – si legge nella nota diffusa dagli organizzatori – rappresenta un’occasione per le organizzazioni della società civile, per gli Stati Membri e per la Commissione Europea per individuare modi per prevenire gli sgomberi forzati attraverso i fondi europei e assicurare il rispetto dei diritti umani.
Se la situazione italiana risulta particolarmente grave soprattutto per la sistematica realizzazione di sgomberi forzati nelle città di Milano, Cosenza e Roma – dove l’Associazione 21 luglio ha documentato un’impennata degli sgomberi forzati con l’annuncio del Giubileo, in seguito alla quale l’Associazione ha lanciato la campagna internazionale #PeccatoCapitale – non appaiono migliori i contesti degli altri Paesi europei sui quali si concentrerà l’audizione.
In Bulgaria, malgrado i richiami della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, del Parlamento Europeo e dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, il governo bulgaro sta continuando a demolire le abitazioni di famiglie rom in diverse cittdine del Paese. Tra maggio e settembre di quest’anno, 124 abitazioni di rom sono state distrutte a Garmen, 14 a Orlandovzi e 46 a Varna, rendendo così senza tetto centinaia di persone, tra cui molti minori e madri sole.
In Francia, nella prima metà del 2015, sono stati quasi 4 mila gli uomini, le donne e i bambini rom vittime di sgomberi forzati. Una situazione che ha provocato la preoccupazione dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Zeid Ra’ad Al Hussein che ha parlato di «sistematica politica nazionale per sgomberare forzatamente i rom».
In Ungheria, infine, a circa 450 rom residenti nell’area di Miskolc è stato intimato di abbandonare le proprie abitazioni in base all’emendamento a un decreto del governo locale che dava potere al Comune di mettere fino ai contratti di affitto in caso di persone che vivono sotto gli standard previsti per gli alloggi sociali. Queste misure, che obbligavano le persone a lasciare le loro abitazioni in cambio di una compensazione economica, sono state giudicate non a norma di legge dalla Corte Suprema lo scorso luglio.