il ‘patto delle catacombe’ si rinnova
rinnovato a Napoli il «patto delle Catacombe»
vivere da poveri per i poveri
Il 16 novembre del 1965, pochi giorni prima della chiusura del Concilio Vaticano II, 42 padri conciliari (poi diventati 500), tra cui il brasiliano dom Helder Camara e l’italiano Luigi Bettazzi, celebrarono un’eucaristia nelle Catacombe di Domitilla. Era il gruppo dei vescovi della “Chiesa dei poveri” che alla fine del Concilio decisero di scendere nelle catacombe, simbolicamente “ai margini”, per firmare il “Patto delle Catacombe”.
I firmatari si impegnavano personalmente a condurre una vita di povertà rinunciando a lussi, simboli di potere e privilegi e ad essere “una Chiesa serva e povera” come desiderava Giovanni XXIII e hanno poi vissuto questo impegno fino in fondo con scelte concrete.
Il Patto è diventato vita vissuta con papa Francesco e il programma del suo pontificato: “Per una Chiesa povera e per i poveri”
A Napoli il 16 novembre 2015, nel cinquantesimo anniversario del Patto delle Catacombe, laici e laiche, religiosi e religiose, sono entrati nelle catacombe di San Gennaro dei Poveri, nel rione Sanità, ai “margini” per dare vita ad un rinnovato “Patto” e per impegnarsi a dare centralità ad una “Chiesa povera” e dei “poveri”.
La chiesa di san Gennaro Extra Moenia, all’interno delle Catacombe era piena, sono oltre trecento i firmatari del documento, tra cui monsignor Luigi Bettazzi (92 anni e una verve straordinaria, che è arrivato in treno a Napoli da Ivrea senza autisti e senza accompagnatori), padre Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, don Antonio Loffredo, parroco nel rione Sanità di Napoli, il toscano don Armando Zappolini, presidente delle Cnca, il piemontese don Renato Sacco coordinatore nazionale Pax Christi e don Virgino Colmegna, presidente della Fondazione Casa della carità di Milano.
“Il messaggio che vogliamo lanciare con questa iniziativa è chiaro – spiega don Colmegna – Avere attenzione per i poveri non significa addentrarsi in una dimensione distante da noi, ma riconoscere quello che tutti noi siamo, a prescindere dalla nostra condizione economica. Inoltre, rinnovare questo patto storico, insieme a tanti sacerdoti amici, a credenti e non credenti, a persone in ricerca, proprio in questi giorni assume un valore particolare, in un momento in cui la violenza sembra prevalere. È un gesto di speranza”
“Oggi 16 novembre 2015 nel 50° anniversario del Patto delle Catacombe, entriamo nelle catacombe di S. Gennaro dei Poveri, nel Rione Sanità (Napoli), ai margini, per dar vita ad un rinnovato “Patto” e per impegnarci a dare centralità ad una “Chiesa povera e dei poveri”. Come quei padri conciliari, anche noi, oggi, “nell’umiltà e nella coscienza della nostra debolezza, ma anche con tutta la determinazione e la forza di cui Dio vuole farci grazia”, ci vogliamo impegnare.
Unisciti a noi nel Patto delle Catacombe
Partecipa al rinnovamento dell’impegno per una Chiesa povera e dei poveri. Questo è il nostro impegno Questa è la nostra preghiera, gli atteggiamenti, le abitudini e i modi di pensare che vogliamo cambiare o rinnovare, per rispettare quello che fu il volere dei padri della Chiesa dei Poveri e quello che è il desiderio di Papa Francesco.
Prima di tutto, Signore, ti vogliamo chiedere perdono
Siamo consapevoli che, attraverso il nostro stile di vita, siamo causa di tanta sofferenza dei nostri fratelli e sorelle, nonché dell’oppressa e devastata terra.
Essere la voce degli esclusi
Ci impegniamo a fare l’opzione dei poveri, degli esclusi, degli “scarti” della società, a riconoscere in loro la “carne di Cristo”, Sacramento vivo della sua Presenza, “a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro.”
Essere la casa dei poveri
Ci impegniamo, affinché la nostra azione pastorale porti i poveri a sentirsi a “casa loro” nelle nostre comunità, nonché ad essere al centro della nostra attenzione.
Condividere ciò che abbiamo
Ci impegniamo, davanti a Te, Unico Signore, in questa società che adora l’idolo del denaro, a non arricchirci e a condividere quello che abbiamo.
Aprire le nostre case, le chiese, i conventi
Ci impegniamo, in questo momento storico, all’accoglienza dei fratelli e delle sorelle, che fuggono da situazioni di ingiustizia e di morte, perché fare spazio a loro è farlo a Cristo: mettendo a disposizione le nostre case, chiese e conventi. Scegliere la sobrietà Ci impegniamo quindi, ad acquisire uno stile di vita sobrio in tutti gli ambiti della nostra vita, nell’abitazione, nel cibo, nell’abbigliamento, nei mezzi di trasporto e nelle nostre chiese: evitando l’usa e getta, privilegiando l’usato e il circuito corto e naturale, consumando libero da scorie, riciclando e recuperando i rifiuti.
Tornare ai valori e diritti fondamentali
Ci impegniamo, in solidarietà con i poveri, a rimettere in discussione il nostro Sistema economicofinanziario, ”nuova e spietata versione del feticismo del denaro”, i cui effetti devastanti tocchiamo con mano in questo Sud così martoriato e devastato: sostenendo in maniera nonviolenta, nella nostra azione pastorale, i movimenti popolari che si impegnano a favore dei diritti fondamentali dell’essere umano, “lavoro, casa, terra”, ma anche contro le enormi spese militari che producono sempre più guerre.
Fare scelte etiche nella quotidianità
Ci impegniamo, ad utilizzare nella nostra quotidianità fornitori di servizi bancari che scelgono la finanza etica e alternativa, che combattono la speculazione, che non favoriscono il riciclaggio dei capitali nei paradisi fiscali, frutto di criminalità o di evasione e che non investono in attività, come l’industria delle armi, che causano sofferenza e morte.
Rispettare la Terra
Ci impegniamo a “curare la nostra casa comune” accettando la sfida di Papa Francesco che, di fronte alla “grave crisi ecologica” causata dall’uomo e che sarà pagata dai poveri, ci chiama ad una conversione ecologica, basata su relazioni sane “con il mondo che ci circonda”.
Aprire la nostra comunità
Ci impegniamo a costruire comunità cristiane “in uscita”, aperte alla mondialità, all’inclusione, al dialogo ecumenico ed interreligioso, profondamente missionarie e profetiche.
Lottare contro ogni violenza
Ci impegniamo a lottare contro ogni forma di violenza, di sopraffazione e di cultura mafiosa che genera criminalità organizzata, corruzione, inquinamento ambientale e morte. Signore affidiamo questo nostro Patto nelle tue mani, certi che ci aiuterai a vivere queste scelte, consapevoli che, insieme, possiamo smuovere le montagne. “Aiutaci Dio, nostro Papà, ad essere fedeli”.
Far conoscere questo Patto
Ci impegniamo, ritornando nelle nostre realtà locali, a far conoscere questo Patto chiedendo ai nostri fratelli e sorelle di vigilare su questa nostra scelta aiutandoci con la preghiera e la comprensione.