sorpresa: c’è un giudice a Berlino anche per i rom! tutti assolti da gravissim reati

tutti assolti dopo una via crucis di ben otto anni con accuse gravi quali reato di tratta, di riduzione in schiavitù e violenza di gruppo

la gioia dei rom dopo la massima preoccupazione fino all’ultimo momento

la sconfitta di una violenza politica e istituzionale fatta di pregiudizi e manipolazione della realtà 

la soddisfazione incontenibile di p. Agostino che a piena conoscenza dei fatti ha dovuto testimoniare in tribunale tenendo testa perfino alle ‘diffamazioni’ e intimidazioni del pubblico ministero

qualcuno chiederà mai a loro scusa?

di seguito la gioiosa dichiarazione a caldo di p. Agostino Rota Martir immediatamente dopo la sentenza: 

  Finalmente dopo ben otto anni, la vicenda della sposa bambina di Coltano é giunta al suo epilogo. La Cassazione aveva chiesto di ripetere il processo di appello di Firenze, chiedendo espressamente di ascoltare la testimonianza della “sposa bambina”. Mai era intervenuta per l’opposizione del Pubblico ministero, anche per poter continuare a tenere in piedi il suo castello di carta, basato su bugie e falsità belle e buone. Senz’altro la testimonianza dell’interessata (oggi 25 anni, sposata e mamma di 2 bambini), avrebbe fatto precipitare le accuse di tratta, violenza, riduzione di schiavitù … nonostante il P.M. e il presidente della Corte hanno ritenuto procedere senza la sua presenza, disattendendo l’ordine della Cassazione, alla fine la sentenza è arrivata a favore degli imputati: tutti assolti da quelle atroci e assurde accuse … è rimasto il reato di clandestinità. Ma i rom avranno la possibilità di appellarsi.

Gli imputati hanno vissuto otto anni di sofferenze, di soprusi, messi all’ indice da Il Tirreno di Pisa in primis, e anche dalla stessa Amministrazione cittadina.
Assoluzione dal reato di tratta, assoluzione dal reato di riduzione in schiavitù, assoluzione dal reato di violenza di gruppo.
È una sentenza che ristabilisce la verità e che non piacerà a non pochi a Pisa … i rom giustamente ne sono felici e tirano finalmente un fiato di sollievo, fino ad ieri sera erano sfiduciati e paurosi, perché rischiavano dai 15 ai 20 anni di carcere, per delle accuse infamanti e del tutto montate da qualcuno.
Ritrovano anche un po’ di fiducia verso la Giustizia … e non è poca cosa.
Anche da parte mia la soddisfazione di vedere che i dubbi espressi da me fin dal giorno dopo, appunto otto anni fa, oggi con questa sentenza mi danno ragione … nonostante le continue diffamazioni nei miei confronti del Pubblico Ministero.
È un bel giorno per i Rom coinvolti e anche per la Giustizia.

la spietata intolleranza dei comuni di Pisa e Cascina nei confronti di alcune famiglie rom

il grido di disagio di alcune famiglie rom che chiedono di poter mandare i loro bambini a scuola dopo essere cacciati dai loro terreni:

Noi Rom costretti ad essere nomadi

Ora non possiamo stare in pace, neanche dentro i nostri camper.”

Anni fa, abitavamo dentro il campo Rom, ed eravamo censiti nel Progetto “Città Sottili” del comune, poi ci ha chiesto di uscire dal campo e ci siamo sistemati in aree di nostra proprietà. Anche da lì il comune ci ha allontanato, confiscandoci l’area. Ben 4 terreni ci sono stati tolti. Per vivere ci è toccato prendere dei camper. Ma cosa dobbiamo fare?

Siamo circa 12 famiglie, una cinquantina di persone, con trenta minori. Stiamo vivendo nei camper da circa un anno, ma da mesi è una vera “odissea”, costretti a continui spostamenti, da un parcheggio all’altro tra Pisa e Cascina, in seguito ad ordinanze che l’amministrazione di Cascina e Pisa hanno emanato e che vietano l’uso dei camper al di fuori delle aree attrezzate…politicamente con colori diversi (Lega e PD), ma uguali nell’accanirsi con noi. Ordinanze mirate soprattutto a perseguire la presenza di noi Rom che viviamo nei camper, non certo per una nostra scelta, ma in seguito la chiusura dei nostri terreni e senza l’offerta di reali alternative.

Il motivo della confisca dei nostri spazi è perché abbiamo messo la ghiaia su terreni destinati ad uso agricolo, ma se lo abbiamo fatto era solo per rendere la nostra vita più decorosa, soprattutto per i nostri figli, che in tutti questi anni hanno frequentato le scuole, ottenendo tra l’altro i diplomi della elementare e medie e qualcuno frequenta la superiore. Una di queste famiglie ha tre bambini portatori di handicap, tra l’altro frequentavano pure loro la scuola con il sostegno di psicologi. In questi anni abbiamo lottato perché i nostri figli frequentassero la scuola e vorremmo che continuassero a farlo, ma nelle condizioni attuali ci è praticamente impossibile. Non passa giorno che i vigili ci invitano ad allontanarci dal parcheggio in cui siamo e di andare nel parcheggio riservato per i camperisti, a volte anche due o tre volte al giorno. L’assurdo è che noi di giorno, non possiamo usare il camper, perché i vigili ci allontanano e di notte per dormire, andando nelle aree riservate ai camperisti e ci tocca pagare 30 € per 24 ore di permanenza, questo noi non ce lo possiamo permettere. E’ una ordinanza assurda che penalizza solo noi Rom, noi siamo stati costretti dalle Amministrazioni a dover vivere nei camper, non siamo dei turisti occasionali che vengono a visitare la città di Pisa per qualche giorno l’anno.

Noi Rom siamo costretti a vivere come nomadi, è forse questa la strada dell’integrazione che tutti i comuni ci gridano sulle nostre teste ogni giorno? Siamo ritornati a fare la vita di 40 anni fa, esattamente quella dei nostri padri, anzi per loro era molto più facile, perché allora non esistevano queste ordinanze assurde, la gente si spostava liberamente e trovava con facilità un posto dove sostare.

Tanti dei nostri figli sono nati qui a Pisa, cresciuti insieme ai loro compagni sui banchi di scuola, si frequentavano e giocavano insieme, ma dopo il 28 Agosto del 2017 (giorno dell’ultima ordinanza anti accampamento e bivacco del comune di Pisa, la precedente era del giugno 2016), per loro non è più possibile, questa legge ci punisce troppo e non possiamo soddisfare il loro desiderio di frequentare i loro compagni di scuola. Tutto questo che ci sta capitando non è per una nostra scelta! In questi anni sono state tante le promesse che i servizi Sociali ci hanno fatto, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti, cioè niente e tante parole al vento: come ora sono le nostre vite, siamo ritornati ad essere come nomadi al vento!

La nostra richiesta.

Noi non chiediamo e non vogliamo la casa, anche perché sappiamo che tanti italiani la stanno aspettando da anni e ne hanno più bisogno di noi, quello che chiediamo è che l’Amministrazione di Pisa ci dia la possibilità di stare nel nostro territorio, anche per far studiare i nostri bambini. Ci indichi un’area di sosta temporanea, per la durata dell’anno scolastico, dove stare anche con i camper senza dover pagare cifre troppo alte. Siamo sempre disposti a parlare con l’assessore del sociale, dott.ssa Capuzzi (finora non ha mai accettato un incontro con noi), perché con il dialogo e la mediazione è possibile risolvere tanti problemi, se c’è la volontà di capire e aiutarsi da entrambe le parti.

22 Settembre 2017

(da un parcheggio pubblico di Pisa)

Fam.Seferovic

Fam. Halilovic

Fam. Ahmetovic

ancora sgomberi per i rom di Pisa

 

 

tra diritto all’abitare e sgomberi: famiglie Rom di Putigliano, vivono in terreni regolarmente acquistati e chiedono una soluzione

rom di putigliano.si è tenuta in Logge di Banchi (davanti al Comune di Pisa) la conferenza stampa di alcune famiglie rom residenti a Putignano, colpite dai recenti provvedimenti di sgombero e di sequestro dei terreni, hanno partecipato oltre ai capofamiglia anche alcuni residenti di Putignano e i volontari dell’Associazione Africa Insieme

 

rom putigliano«Chiediamo di poter vivere in pace, di avere un posto dove dormire e di mandare i nostri figli a scuola». Comincia così, con questo appello lanciato da un capofamiglia, la conferenza stampa convocata da alcuni nuclei rom insediati a Putignano. Gianni – così si fa chiamare l’uomo, nato in Italia da genitori bosniaci – si rivolge al Sindaco: «abbiamo avuto un ordine di sgombero, e non sappiamo dove andare».
rom putigliano2La storia dei rom di Putignano è molto diversa rispetto ad altre: queste famiglie non abitano in campi “abusivi” ma in terreni regolarmente acquistati, e dunque di loro proprietà. «Abbiamo cercato una casa in affitto», spiega Gianni, «e per un certo periodo siamo stati anche aiutati dal Comune con “Città Sottili” [il programma di accoglienza varato nel 2002 e chiuso nel 2009, ndr.]. Purtroppo, per una famiglia rom è impossibile trovare casa: quando sentono che sei zingaro, i proprietari dicono sempre di no…».

rom putigliano5Impossibilitati a trovare un alloggio, i rom si sono decisi ad acquistare un terreno: «sono titolare di una piccola impresa individuale», spiega ancora Gianni, «non sono mai stato ricco, ma avevo qualche risparmio e ho pensato di investirlo per dare un tetto ai miei figli». Il problema è che i terreni erano  a destinazione agricola, e la legge urbanistica vieta qualunque insediamento abitativo in aree agricole. Così, gli uffici del Comune hanno avviato una procedura per la confisca dei terreni e lo sgombero. «Se questa è la legge», dice ancora Gianni, «è giusto applicarla. Ciò che chiediamo è di avere un posto dove dormire: il Comune ci dia un’alternativa».

«Si tratta di un problema nazionale», spiegano i volontari di Africa Insieme e gli attivisti del Progetto Rebeldia, intervenuti nella conferenza stampa a sostegno delle famiglie. «Ovunque in Italia, per uscire dai campi, i rom hanno acquistato terreni agricoli. E ovunque hanno ricevuto ordini di sgombero». Eppure, dicono gli attivisti, altrove si sono trovate soluzioni alternative.

rom putigliano,«Ci sono esperienze importanti a Trento, Bologna o Modena, solo per fare degli esempi», spiega Sergio Bontempelli, presidente di Africa Insieme. «In queste città i Comuni hanno allestito direttamente le micro-aree e le hanno assegnate ai rom in cambio di un affitto. Sono progetti che costano poco e risolvono il problema».Alla conferenza stampa sono intervenuti alcuni residenti di Putignano, i “vicini di casa” dei rom. «Non c’è un problema di convivenza con queste famiglie», ha spiegato Clelia Bargagli, «i loro figli vanno a scuola con i nostri, e ci conosciamo ormai da molti anni». La richiesta di una soluzione abitativa è condivisa anche da molti residenti: «le leggi vanno applicate», dice ancora Clelia Bargagli, «ma vanno applicate tutte: anche quelle che garantiscono il diritto all’abitare».

A sostegno delle famiglie rom è arrivata anche la voce di Ciccio Auletta, consigliere di Una Città in Comune, che porterà la questione all’attenzione del Consiglio Comunale.

“gli zingari prendono l’acqua alla fontana”: il Comune la chiude

 Fontana chiusa “perché ci vanno gli zingari”, le associazioni vogliono denunciare il Comune  

 

rom ruba bambini

 

 

dal sito ‘la pagina quotidiana’ di Pisa:

mentre da Palazzo Gambacorti non arrivano repliche alla denuncia di Una città in comune, Africa Insieme e Progetto Rebeldia preparano un’azione legale contro quello che considerano “un atto di palese discriminazione”

Africa Insieme e Progetto Rebeldia sono pronti a citare in giudizio l’amministrazione pisana per la vicenda della fontanella di Putignano, chiusa “perché ci andavano gli zingari”, secondo quanto denunciato dal gruppo consiliare Una città in comune – Prc.

“Riteniamo che questa piccola e vergognosa vicenda non debba passare sotto silenzio – scrivono le associazioni in una nota – per questo abbiamo mobilitato un pool di legali, guidato da Alessandra Ballerini, avvocatessa di Genova, autorevole voce del mondo antirazzista italiano”. I legali stanno valutando se intraprendere un’azione civile contro la discriminazione, in seguito alla quale il giudice potrebbe ordinare una riapertura della fontana o in alternativa limitarsi a multare il Comune, oppure se evitare la via giudiziaria e rivolgersi all’Unar, l’ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali, che non ha potere coercitivo ma che agisce per mettere in atto un meccanismo di conciliazione.

A chiedere conto della chiusura della fontana pubblica è stato Una città in comune-Prc, che l’11 marzo ha presentato un’interrogazione al sindaco Filippeschi. “Abbiamo chiesto informazioni agli uffici comunali – recita il comunicato del gruppo guidato da Ciccio Auletta – per sapere chi avesse la responsabilità della gestione e quali fossero le motivazioni per cui si privavano i cittadini di un servizio pubblico. Gli uffici hanno fornito una risposta celere e precisa alle domande poste. Riportiamo uno stralcio saliente della sbalorditiva mail che abbiamo ricevuto: …mentre per quanto riguarda la fontana di via Putignano 21 è stata richiesta la cessazione nel 2009 perché ci andavano a prendere l’acqua gli zingari”. 

“Apprendiamo da questa mail – scrive Ucic – che vi sono categorie di cittadini, i rom, che non devono utilizzare un servizio pubblico. Nessuno nega che in questo momento il quartiere di Putignano sia attraversato da conflitti, a volte strumentalizzati da alcuni gruppi politici: ma è opportuno ricordare che chi toglie diritti a una specifica categoria, finisce per toglierli a tutti. E questa piccola vicenda ne è una dimostrazione: l’acqua, risorsa vitale e irrinunciabile, il cui accesso deve essere equamente garantito in quanto estensione del diritto alla vita contenuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti, è stata negata a tutti i cittadini per impedire che un particolare gruppo di abitanti del quartiere la utilizzasse”.

“È bene ricordare al Comune che la chiusura della fontanella costituisce un atto di palese discriminazione” conclude la nota di Una città in comune, “chiediamo al sindaco e alla giunta se la risposta fornita dagli uffici corrisponda alla posizione ufficiale del Comune. Se così non fosse, chiediamo che la fontanella sia immediatamente riaperta all’uso di tutta la cittadinanza”.

Contattato da paginaQ, il sindaco Filippeschi afferma di non essere a conoscenza della vicenda, a cinque giorni dalla denuncia del gruppo di opposizione Palazzo Gambacorti non si è ancora espresso sulla vicenda, un “silenzio”, quello della giunta, che Africa Insieme e Progetto Rebeldia considerano “emblematico e assordante”.

– See more at: http://www.paginaq.it/2015/03/16/fontana-chiusa-perche-ci-vanno-gli-zingari-le-associazioni-vogliono-denunciare-il-comune/#sthash.2XVXk3yA.dpuf

una mamma rom di Pisa racconta

rom ruba bambini

 

 

anche questa è la città di Pisa oggi

un episodio di ordinaria e ‘normale’ discriminazione nei confronti dei rom

 

l’orco cattivo e la nostra luce

 

Era proprio una bella giornata, finalmente un bel sole dopo tanta pioggia, ma il sole mi brillava anche dentro. Quella mattina mio marito mi aveva illuminato, una bella notizia dopo un’ attesa di tanti anni, di delusioni e pianti, finalmente i nostri figli potranno riabbracciarlo presto a casa.

Non vedo l’ora di tornare a casa per dirlo agli altri. Papà a giorni tornerà a casa.

Prendo il bus che mi porta alla stazione, con me c’e’ anche mia figlia di 7 anni, sul mezzo ci sono 3 controllori. Da uno di loro compro il biglietto, a mia figlia non chiede niente e’ ancora piccola.

C’e’ tanta gente, io e mia figlia rimaniamo in piedi, ma non sento la fatica perché sono felice.

Osservo la gente che scende e sale alle fermate. Presso la fermata del mercato, ancora tanta gente che sale, vari di questi, appena si accorgono dei controllori subito scendono. E’ una scena che mi fa ridere, perché erano tutti italiani quelli che scappano alla vista dei controllori. Dentro di me penso che la colpa e’ della crisi economica, e rido pensando che a Pisa pare che solo i Rom non vogliono pagare il biglietto: allora stiamo diventando veramente uguali, e’ l’integrazione raggiunta!

Nel gruppo appena salito riconosco una giovane mamma Rom con suo figlio, e’ più piccolo della mia. E’ stata al mercato, infatti porta con se alcune borse della spesa. Il controllore le chiede il biglietto che lei gli mostra. Ma secondo lui e’ scaduto, la Rom ribatte che invece e’ ancora valido perché il tempo non era ancora scaduto. Infatti dopo il controllo risulta ancora valido. Bene, e’ proprio una bella giornata penso dentro di me: una rom viene trovata con il biglietto in regola. Ma ecco, che il controllore ribatte che anche il bambino deve pagare il biglietto. “Ma come? Lui e’ ancora piccolo. Mai ho pagato l’autobus per lui”. Risponde prontamente la giovane mamma Rom. Subito mi si stringe il cuore, perché mia figlia avrà di sicuro due anni piu’ del suo. Perché allora, lo stesso controllore non me l’ha fatto pagare, come all’altra mamma italiana con la figlia di dodici o tredici anni, salita qualche fermata prima? Intanto la discussione tra i due si e’ accesa e come altre volte e’ successo qui a Pisa, tocca ai Rom subire la prepotenza del controllore, anche quando sono nel torto. Il piccolo spaventato comincia a piangere.. Molti passeggeri seguono la scena, ma nessuno interviene per difenderla..e’ una Rom, di certo non può aver ragione, sarebbe il colmo.

Vorrei farlo, ma un nodo alla gola mi impedisce di parlare, anch’io sono una Rom. Allora lo guardo fisso negli occhi con po’ di rabbia e non abbasso lo sguardo, perché disapprovo il suo comportamento ingiusto e cattivo verso noi Rom. Seguono le solite minacce: chiamare la polizia o fermare l’autobus chiudendo le porte..alla fine arriva la multa di 40 €. Ma questo e’ un vero abuso, penso dentro di me..e la gente starsene in silenzio, indifferente a smaneggiare il loro telefonino.

Anche questa e’ la città di Pisa oggi. Mia figlia ha paura degli orchi delle favole, il controllore un pochino gli assomigliava. Ma oggi e’ una bella giornata e il sole brilla dentro e fuori di noi due e l’orco cattivo non potrà mai oscurarla, poverino lui, non sopporta la luce del sole.

 

Ciao a tutti,

una mamma Rom di Pisa..

 

 

i rom di Pisa manifestano … ‘in piedi’

una manifestazione decisamente ‘in piedi’, non ‘in ginocchio’

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all’insegna del ‘siamo umani’ i rom di Marina di Pisa hanno manifestato con tutti i loro bambini dal loro Campo di Bigattieri, per 4 km, fino alle loro scuole per chiedere, non ‘in gonocchio’ , pietisticamente, ma in piedi, cioè con vigore e determinazione condizioni di vivibilità all’altezza della dignità umana che per un decennio l’amministrazione comunale nega a loro:

qui sotto il breve resoconto che p. Agostino ne ha fatto il giorno dopo:

 

Ieri mattina si è svolta la marcia simbolica di accompagnamento dal campo Rom della Bigattiera, destinazione: le scuole Viviani e Macchiavelli di Marina di Pisa, un percorso di circa 4 km. Dove tanti bimbi rom la frequentavano prima che il comune di Pisa sospendesse il servizio Scuolabus. I Rom del campo hanno promosso questa iniziativa. Dopo molte promesse, incontri a vari livelli con l’Amministrazione (comunale e Regionale), che tra l’altro l’anno scorso si era impegnato con un ordine del giorno approvato a larga maggioranza dal Consiglio Comunale a favore di una soluzione condivisa con i Rom del campo, ossia studiare la possibilità di riavviare il servizio scuolabus e garantire l’acqua e luce, condizioni minime per offrire una vivibile dignità agli abitanti del campo.

 

manifestaz rom

 

 

 

 

 

 

 

Ma fin’ora, niente s’è visto: non c’è luce, l’acqua scarseggia e tantomeno il servizio scuolabus, anzi la beffa di una denuncia ai genitori dei bambini Rom del campo per abbandono scolastico! Eppure sono anni che i Rom di questo campo (aperto e sostenuto dal comune!) vivono abbandonati e illusi dal comune.. però nessuno è stato denunciato per questo!
E’ così che i Rom si sono convinti che difficilmente la “politica” vuole veramente trovare delle soluzioni o per lo meno di rispettare le parole date, soprattutto se i destinatari sono Rom.

 

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“ SIAMO UMANI”

scritto dai bambini rom stessi del campo. Lo striscione apriva il corteo, composto da Rom e anche da un bel gruppo di Pisani (singoli e alcune Associazioni) che hanno voluto solidarizzare e accompagnare i bambini a scuola.
Se il comune di Pisa toglie il pulmino per la scuola, allora i bambini li accompagniamo noi a piedi per tutto il tragitto, e che la gente sappia e apra gli occhi: a Pisa l’amministrazione comunale considera i Rom non esseri umani? E’ giunto il tempo di dire basta: le persone mai sono abusive, caso mai sono le condizioni imposte che obbligano delle persone a vivere come abusive, senza acqua, senza luce!
Diceva dom Tomas Balduino, vescovo del Brasile morto il 2 Maggio di quest’anno, grande difensore dei poveri e degli indios:

“ Il rispetto dei diritti umani non lo chiediamo in ginocchio, ma alzandoci in piedi!”

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I Rom della Bigattiera lo stanno facendo anche a nome nostro, come a ricordarci che i diritti mai sono abusivi, neanche in tempo di crisi. “Accompagnare” significa saper camminare insieme..ce lo ricorda anche papa Francesco ed è quello che abbiamo vissuto ieri, grazie ai Rom di via Bigattiera.
Ciao Ago
Campo Rom di Coltano (PI)
22 Maggio 2014

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