programma del CCIT 2016 a Esztergom in Ungheria

CCIT 2016 – Esztergom (Ungheria)

 

« All’incrocio : L’Europa, le chiese, le culture di fronte alla misericordia »

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Svolgimento delle giornate

Venerdì 8 Aprile

Pomeriggio : accoglienza

19 h cena

20 h 30 Preghiera animata dalla Ungheria

21 h vino dell’amicizia

Sabato 9 Aprile

8 h 30 Saluto gruppo Ungheria

Messaggio del Consiglio Pontificio

Introduzione Claude Dumas (FR)
09 h 15 Conferenza Don Vito IMPELLIZZERI (IT) teologo

10 h 15 Pausa

10 h 45 Gruppi di discussione sulla conferenza

12 h 30 Pranzo
15 h seguito dei gruppi di discussione : scambi d’esperienze

+ 1 gruppo preparazione domande al conferenziere

16 h 30 Pausa

17h Discussioni, scambi col conferenziere

18 h 30 Eucaristia (Presidenza + omelia Cardinale ERDO PETER /HU)

19 h 30 Praparazione serata festiva

20 h Serata festiva

Domenica 10 Aprile

8 h 30-9 h30 Incontro del comitato di animazione

Gruppi di discussione

9 h 30 La situazione in Ungheria Géza Dul /HU

10 h Pausa

10 h15-11h Conclusioni

Informazioni- data e luogo del prossimo CCIT
11 h 30 Eucaristia CCIT ( Omelia Claude Dumas /FR)

12 h 45 Pranzo

14 h Partenza per la visita turistica Budapest — ritorno in serata a ESZTERGOM

l’ambizioso programma di papa Francesco

 fino a dove andrà Francesco? Potrà realizzare il suo programma? Ne avrà la possibilità e il tempo?  Saprà aggirare gli ostacoli e le pesantezze che esprime con tanta lucidità? I prossimi mesi ci daranno delle risposte.

questo in una riflessione  di Philippe Clanché:

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Il programma ambizioso del papa

di Philippe Clanché
in “www.temoignagechretien.fr” del 25 settembre 2013

Decisamente, papa Francesco non cessa di stupirci. Nella lunga intervista che ha da poco concesso a sedici riviste gesuite, presenta la sua ambizione per una Chiesa umile e in contatto diretto col suo tempo. Ecco alcuni elementi salienti del documento. In seguito ad un severo esame di coscienza del proprio modo di governare quando era giovane provinciale dei gesuiti, papa Francesco espone il suo auspicio per il governo della Chiesa: “Credo invece che la consultazione sia molto importante. I Concistori, i Sinodi sono, ad esempio, luoghi importanti per rendere vera e attiva questa consultazione. Bisogna renderli però meno rigidi nella forma. Voglio consultazioni reali, non formali” Per parlare della Chiesa, il papa fa riferimento a Lumen Gentium (Vaticano II): “L’immagine della Chiesa che mi piace è quella del santo popolo fedele di Dio”. E aggiunge: “ Nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae considerando la complessa trama di relazioni interpersonali che si realizzano nella comunità umana. Dio entra in questa dinamica popolare… L’insieme dei fedeli è infallibile nel credere”. pastori Usa immagini particolarmente espressive quando dichiara “La cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo… I ministri della Chiesa devono essere misericordiosi… Le riforme organizzative e strutturali sono secondarie, cioè vengono dopo. La prima riforma deve essere quella dell’atteggiamento…  Il popolo di Dio vuole pastori e non funzionari o chierici di Stato”. E precisa senza equivoci: “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile… non è necessario parlarne in continuazione. Gli insegnamenti, tanto dogmatici quanto morali, non sono tutti equivalenti. Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza”. Parlando dei rapporti ecumenici, invita a “non solo conoscersi meglio, ma anche riconoscere ciò che lo Spirito ha seminato negli altri come un dono anche per noi”. Secondo Bergoglio, “È necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa… Bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna”. Allora “si potrà riflettere meglio sulla funzione della donna all’interno della Chiesa”. E giunge a precisare la necessità di “riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l’autorità nei vari ambiti della Chiesa”. Quindi non solo di spazzare le navate o ornare di fiori gli altari. Dio oggi A proposito del rito antico, senza contestare le decisioni del predecessore, Francesco ritiene “preoccupante il rischio di ideologizzazione del Vetus Ordo, la sua strumentalizzazione”. Non è persona da crogiolarsi nel passato: “il Dio ‘concreto’ è oggi. Per questo le lamentele mai mai ci aiutano a trovare Dio. Le lamentele di oggi su come va il mondo ‘barbaro’ finiscono a volte per far nascere dentro la Chiesa desideri di ordine inteso come pura conservazione, difesa”. Per coloro che vedono solo il catechismo come risposta a tutto, prosegue: “Se uno ha le risposte a tutte le domande, ecco che questa è la prova che Dio non è con lui. Vuol dire che è un falso profeta, che usa la religione per se stesso… Se il cristiano è restaurazionista, legalista, se vuole tutto chiaro e sicuro, allora non trova niente”. E insiste: “Ci sono norme e precetti ecclesiali secondari che una volta erano efficaci, ma che adesso hanno perso di valore o significato. La visione della dottrina della Chiesa come un monolite da difendere senza sfumature è errata”. Il testo è insieme denso e semplice. Vi si sente una determinazione tranquilla, perfino gioiosa. Fino a dove andrà Francesco? Potrà realizzare il suo programma? Ne avrà la possibilità e il tempo?  Saprà aggirare gli ostacoli e le pesantezze che esprime con tanta lucidità? I prossimi mesi ci daranno delle risposte.

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