in che razza di disastro siamo andati a ficcarci: la Santanchè che copre un’alta carica istituzionale coi voti del pd?
così Serra oggi nella sua Amaca:
No che non è adatta a una qualunque carica istituzionale, la signora Santanché: ha i modi politici di una campionessa di wrestling, e ogni due parole che dice una ha il dono di fare uscire dai gangheri non solo gli avversari, ma anche la metà dei suoi. Detto questo, il Pdl ha tutto il diritto di nominarla, e il Pd, per non votarla, è costretto ad arrampicarsi sugli specchi. Un governo con il Pdl è un governo con il Pdl. Punto. Con quel leader (pregiudicato), quelle idee, quei toni, quell’aggressività, quegli esponenti.
Non è la prima volta che il Pd è costretto a contorsioni dolorosissime per tenere insieme ciò che insieme non può stare: la fedeltà a un’alleanza politica che gli assegna — oltre tutto — la carica di primo ministro, e l’esigenza di non disgustare troppo i propri elettori. Se questo può rassicurare il Pd, sappia che il culmine del disgusto è stato già raggiunto e superato prima nei giorni orribili del voto per il Quirinale, poi incassando la patologica alleanza con Berlusconi. Che cosa di peggio può aggiungere, a questo quadro, la nomina di Santanché? Che la votassero. Almeno, ogni volta che la sentiamo parlare in quella veste, ci ricordiamo in che razza di disastro siamo andati a ficcarci.