uno degli stereotipi più frequenti nei confronti dei rom

 

i nostri giornali veicolano stereotipi pericolosi

gli esposti dell’ ‘Associazione 21 luglio’

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L’articolo pubblicato il 13 novembre sulla versione cartacea del quotidiano Il Messaggero.

 

«Rapisce neonato davanti alla madre, nomade arrestata a Ponte Mammolo».

In seguito alla pubblicazione di un articolo così titolato, lo scorso 13 novembre, da parte della testata Il Messaggero, l’Associazione 21 luglio ha presentato un esposto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio per chiedere la verifica di eventuali illeciti deontologici a carico della giornalista professionista Laura Bogliolo.

Nell’articolo, secondo l’Associazione 21 luglio, l’autrice si è discostata dall’obbligo deontologico di attenersi alla verità accertata dei fatti, pubblicando non solo accuse aleatorie, ma anche congetture di carattere discriminatorio su base etnica capaci di alimentare un infondato allarmismo sociale nei confronti dell’intera comunità rom a Roma e in Italia.

Così la giornalista riportava la notizia del presunto tentato rapimento del neonato: «Chissà cosa si prova a essere strappati violentemente dallo sguardo della propria madre, a perdersi nel vuoto di un abbraccio di una sconosciuta che ti prende per una gamba, ti solleva, ti scuote stringendoti con violenza e corre verso l’ignoto di un’altra vita. Chissà quale traccia, profonda e dolorosa, rimarrà nella memoria di Marco (il nome è di fantasia), un neonato di 8 mesi che lunedì è riuscito a fuggire a un sequestro da parte di una nomade nel cuore delle viscere rumorose della metropolitana di Roma».

L’articolo in oggetto, pubblicato sia sul sito che sulla versione cartacea del quotidiano, anziché limitarsi alla mera cronaca dei fatti accaduti, insiste sulla presunta appartenenza etnica dell’aggressore («Marco è ormai in braccio a una donna, una nomade di 25 anni, bulgara, che in pochi secondi è riuscita a portare via il neonato e si sta dirigendo verso l’uscita») arrivando persino ad evocare in un clima sensibile sull’argomento a causa delle recentissime vicende che hanno visto protagonista la piccola Maria in Grecia, «una lunga lista di bambini scomparsi e mai più ritrovati».

Dando ampio e acritico spazio a dichiarazioni, di carattere congetturale e generalizzante, senza evidenziarle come pure e semplici supposizioni, l’articolo, secondo l’Associazione 21 luglio, contribuisce alla diffusione dell’allarme sociale nei confronti dei rom basato su ipotesi e pregiudizi.

Dal resoconto pubblicato dal quotidiano, peraltro, emergono alcune discrepanze rilevanti. La giornalista scrive infatti che «la nomade risiede in un campo nomadi a Striano, in provincia di Napoli» ma dalle verifiche effettuate dall’Associazione 21 luglio non risulta, nella cittadina campana, l’esistenza di alcun “campo nomadi”.

Nell’articolo, inoltre, si legge che a riprendere il neonato dalle mani della “nomade” sarebbero state due ragazzine di 16 anni intervenute in soccorso della madre. In un secondo articolo, redatto dalla stessa Laura Bogliolo e pubblicato sul sito de Il Messaggero il 14 novembre, la madre del bambino riporta invece un’altra versione dei fatti: «Mi ha strappato via mio figlio con forza, sono riuscita a riprenderlo mentre lei continuava a strattonarlo».

Alla luce di quanto riportato, l’Associazione 21 luglio ritiene che nell’articolo di Laura Bogliolo non appaiono rispettate le tre condizioni in presenza delle quali il diritto di stampa è da ritenersi legittimo:1) utilità sociale dell’informazione; 2) verità (oggettiva o anche soltanto putativa purché, in quest’ultimo caso, frutto di un serio e diligente lavoro di ricerca) dei fatti esposti; 3) forma “civile” della esposizione dei fatti e della loro valutazione.

Tale articolo si pone poi in contrasto con quanto stabilito dalla Carta di Roma la quale invita ad «evitare la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte» e richiama «l’attenzione di tutti i colleghi, e dei responsabili di redazione in particolare, sul danno che può essere arrecato da comportamenti superficiali e non corretti, che possano suscitare allarmi ingiustificati, anche attraverso improprie associazioni di notizie, alle persone oggetto di notizia e servizio».

«La diffusione di articoli di questo tipo – è il commento dell’Associazione 21 luglio in seguito all’invio dell’esposto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio –  reca un grave danno a tutta la comunità rom in Italia, finendo con il trasmettere un’immagine criminosa di un intero gruppo di persone. Ancora una volta, ci troviamo pertanto a chiedere ai media di agire in maniera consapevole, considerata la grande responsabilità che i professionisti dell’informazione hanno nella creazione di stereotipi e pregiudizi».

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stereotipi sui rom

Rapporto “Antiziganismo 2.0″:

stereotipi sui rom alimentati da politici e stampa

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copertina rapporto Antiziganismo

Ogni giorno, in Italia, si registrano 1,43 casi di incitamento all’odio e discriminazione nei confronti di rom e sinti, per lo più attraverso dichiarazioni di esponenti politici diffuse da giornali, siti web e social network. Stereotipi e pregiudizi verso tali comunità, del resto, sono alimentati da una media giornaliera di 1,86 episodi di informazione scorretta ad opera di giornalisti di testate locali e nazionali.

Sono questi i dati che emergono da “Antiziganismo 2.0”, il rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’incitamento alla discriminazione e all’odio razziale dell’Associazione 21 luglio, presentato questa mattina a Roma nella sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

Dal 1 settembre 2012 al 15 maggio 2013, il monitoraggio dell’Osservatorio 21 luglio, effetuato su circa 140 fonti, ha rilevato 370 casi di incitamento all’odio e discriminazione e 482 casi di informazione scorretta in grado di alimentare il cosiddetto fenomeno dell’antiziganismo, definito dalla Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza come «una forma di razzismo particolarmente persistente, violenta, ricorrente e comune che viene espressa, tra gli altri, attraverso violenza, discorsi d’odio, sfruttamento, stigmatizzazione e attraverso le più evidenti forme di discriminazione».

Dei 370 casi di incitamento all’odio e discriminazione, 281 (il 75% del totale) sono riconducibili ad esponenti politici, 58 a privati cittadini e 20 a giornalisti. I giornali si sono rivelati il principale strumento di diffusione (234 casi), seguiti da siti internet (51),Twitter (23) e Facebook (10).

Dal rapporto emerge che il 59% delle segnalazioni si riferisce ad iscritti ad un partito di destra e di centro destra. In 90 casi, l’autore di una dichiarazione discriminatoria e incitante all’odio è stato un esponente della Lega Nord; seguono il Popolo della Libertà (74), La Destra (30) e Forza Nuova (11). In 9 casi l’autore è stato invece un esponente del Partito Democratico.

Dal punto di vista della collocazione geografica delle segnalazioni, al centro-nord va il primato relativo, con una percentuale del 52% delle segnalazioni, con il 22% nella sola Lombardia, mentre il centro-sud si attesta al 43%. Il dato più significativo appare quello relativo alla città di Roma, che da sola copre il 32% circa delle segnalazioni, praticamente un terzo di tutto il territorio nazionale.

Per quanto riguarda i casi di informazione scorretta, ovvero quelle notizie, diffuse in maniera acritica, atte ad alimentare e rinforzare stereotipi e pregiudizi nei confronti di rom e sinti, tra le testate monitorate il rapporto evidenzia che il Corriere della Sera, nelle sue numerose edizioni locali, oltre a quella nazionale, raggiunge il numero più elevato di segnalazioni (12,9%), mentre il Tirreno si attesta su una percentuale dell’11%.

Seguono Il Messaggero con il 7,5%, il Tempo (6%), La Repubblica, soprattutto nelle edizioni milanesi e romane ((6%) e il Giornale d’Italia (4%). Il territorio lombardo, accumulando le percentuali di Libero, Il Giornale e Il Giorno raggiunge una rappresentatività sul campione di quasi il 20%.

In seguito ai casi descritti, l’area legale dell’Associazione 21 luglio ha intrapreso 135 azioni correttive, tra cui 75 segnalazioni all’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), 29 lettere di diffida, 10 esposti al Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti, 7 segnalazioni all’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori di Polizia di Stato e Carabinieri (OSCAD).

Tra i riscontri positivi ottenuti, la chiusura di due blog che diffondevano contenuti lesivi della dignità delle comunità rom e la rettifica dei contenuti di un paragrafo della guida National Geographic su Roma che criminalizzava indistintamente i rom.

«Il fenomeno dell’antiziganismo assume oggi in Italia dimensioni preoccupanti. Ai rom si associano indistintamente ed automaticamente degrado, incuria, malvivenza, pericolosità sociale, incapacità genitoriale, inadeguatezza sociale, rifiuto consapevole delle regole e una “genetica” attitudine alla delinquenza e alla non-integrazione», afferma l’Associazione 21 luglio.

«È necessario contrastare questi stereotipi e pregiudizi, alimentati da dichiarazioni di esponenti politici che intendono parlare alla pancia del proprio elettorato e da notizie giornalistiche incapaci di approfondimento e di analisi complessa, attraverso tutte le forme possibili, istituzionali e governative, attraverso il diritto e la produzione intellettuale, nella lotta politica e nel lavoro nei territori, nei media, a scuola e in strada. Si potrebbe cominciare dal linguaggio: i termini “nomadi” e “zingari” denotano una connotazione negativa e pertanto non andrebbero più utilizzati, né dai politici né dai giornalisti».

 

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