le tentazioni nella chiesa

 

la preoccupazione del papa

papa Francesco delinea le tentazioni che si nascondono nelle dinamiche di annuncio e di azione della chiesa che rischiano di vanificare l’annuncio stesso del vangelo

davvero ne fa una disanima lucida e coraggiosa:

Servono “lucidità ed astuzia evangelica” per smascherare le tante tentazioni che si mimetizzano nelle dinamiche missionarie della Chiesa e che rischiano di far fallire l’annuncio della Buona Novella. Il Papa ne elenca alcune: le prime quattro sono ideologizzazioni del messaggio evangelico.

A questo livello – spiega – c’è innanzitutto la tentazione di ridurre la fede ad una dimensione “socializzante”: sono quei cristiani che interpretano il Vangelo secondo le ideologie più varie, che vanno dall’ottica liberista a quella marxista. “Ogni interpretazione ideologica, da qualsiasi parte venga – ha rilevato il Pontefice in un’omelia a Santa Marta – è una falsificazione del Vangelo”. Gli ideologi parlano solo con la testa, non sanno arrivare all’amore, non sanno nulla della bellezza di Dio perché trattano con le idee non con le persone: eppure – sottolinea – “la missione nasce proprio da questo fascino divino, da questo stupore dell’incontro”, perché “la via di Dio è l’incanto che attrae”.

C’è poi l’ideologizzazione psicologica che riduce l’incontro con Gesù a una dinamica di autoconoscenza. La fede abbandona la sua dimensione spirituale in cerca di un semplice benessere psichico: al centro non c‘è Gesù ma la propria psiche che non esce da se stessa. Sono i cristiani senza la Croce di Cristo.

Legata a questa c’è la tentazione gnostica: “è solita verificarsi in gruppi di élites – afferma il Papa – con una proposta di spiritualità superiore, abbastanza disincarnata”, propria dei cosiddetti “cattolici illuminati”: oggi – sottolinea – sono gli “eredi della cultura illuminista”, “cristiani satelliti che hanno una piccola Chiesa a propria misura”, cristiani che seguono le mode del tempo.

La quarta e ultima tentazione ideologica è la “proposta pelagiana”: appartiene a quanti, di fronte ai mali della Chiesa, cercano “una soluzione solo disciplinare, nella restaurazione di condotte e forme superate” con “tendenze esagerate alla ‘sicurezza’ dottrinale”. Qui si “cerca di ‘recuperare’ il passato perduto”. “Lo Spirito Santo – ha affermato il Papa in un’altra omelia a Santa Marta – ci dà fastidio perché ci muove, ci fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti”. Il Concilio Vaticano II è “un’opera bella dello Spirito Santo”; ma c’è chi non vuole cambiare, “di più: ci sono voci che vogliono andare indietro. Questo si chiama essere testardi”.

Dopo le tentazioni ideologiche, il Papa parla di quelle legate al cosiddetto “funzionalismo”, la cui azione nella Chiesa – afferma – “è paralizzante”. In questo caso il cammino di fede diventa fede nella “tabella di marcia del cammino”. “La concezione funzionalista non tollera il mistero, va alla efficacia”, è efficientista. “Riduce la realtà della Chiesa alla struttura di una Ong. Ciò che vale è il risultato constatabile e le statistiche”, i numeri, secondo “modalità imprenditoriali”: è una sorta di “teologia della prosperità” che riduce la pastorale all’aspetto organizzativo. Invece “Dio – ha detto il Papa all’Episcopato brasiliano – vuole manifestarsi proprio attraverso i nostri mezzi, mezzi poveri, perché sempre è Lui che agisce”.

Infine, c’è la tentazione del clericalismo, che spesso – sottolinea il Papa – è “una complicità peccatrice: il parroco clericalizza e il laico gli chiede per favore che lo clericalizzi, perché in fondo gli risulta più comodo”. Si tratta di un fenomeno che impedisce la “crescita della responsabilità laicale”. E’ una Chiesa che cade nell’immobilismo. Papa Francesco ha parlato di una “Chiesa babysitter” che addormenta invece di svegliare. Ma la Chiesa – afferma il Papa – è madre e genera figli che sono protagonisti, credenti con il coraggio e la passione di annunciare il Vangelo in tutto il mondo.

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