Marocco
flashmob in ricordo del piccolo Aylan
con la maglietta rossa e sdraiati sulla spiaggia per ricordare il bambino siriano
I più grandi paesi della Terra si fermano in segno di lutto. Il problema irrisolto, l’emergenza immigrazione si fa più che mai globale. Le foto delle morti, dei profughi, a bordo di gommoni, stremati dal viaggio, fanno il giro del mondo e si moltiplicano le dimostrazioni di cordoglio per il dramma più nero degli ultimi anni.
Il flash mob sulle spiagge di Rabat Si parte dall’Europa, destinazione di un mare di profughi provenienti soprattutto dal medio oriente e dall’Africa. Si cercano bandiere, figure di riferimento. C’è voglia di dimostrare umanità per le tragedie umanitarie di cui il Vecchio continente è teatro. Si scelgono due simboli: uno della disperazione e uno della speranza. Aylan, il bambino morto sulla spiaggia dell’Europa e Shems, Speranza, la bambina nata nella stazione di Budapest da una vedova siriana sono stati ricordati oggi a Strasburgo dal gruppo S&D con un minuto di silenzio e una fiaccolata alla luce del sole. Quest’anno durante il viaggio della speranza sono mort
e quasi 3mila persone. Ed è così che si vuole ricordare la sua vittima più piccola e innocente, il giovane Aylan Kurdi di appena 3 anni. Indossano una t-shirt rossa, molti sono in bermuda blu, draiati sulla pancia, occhi chiusi. Vicino, a un passo, il mare. Sono fotografati proprio come Aylan nel suo tragico viaggio. I partecipanti all’azione, un flash mob organizzato da alcuni artisti e giornalisti marocchini hanno imitato la posizione in cui è stato ritrovato il corpo del bimbo senza vita. L’idea, ha spiegato uno dei promotori, Rashid el-Belghiti, è di venire qui a dire che “il Mediterraneo deve restare uno spazio di condivisione e di scambi, non una barriera per le vittime delle dittature”. La notizia è di poche ore fa e ricorda il bimbo curdo morto la settimana scorsa al largo di Bodrum, Turchia. Le immagini sono state diffuse dai social network. La Bild, intanto, ha scelto di uscire senza foto per dimostrare l’importanza delle immagini dopo il dibattito scattato a proposito dell’opportunità di pubblicare lo scatto che ha raccontato al mondo intero la morte del piccolo. Le foto “svegliano delle emozioni dentro di noi”, scrive il tabloid di Axel Springer. “Ci mostrano momenti belli ma anche crudeli. Ci fanno partecipare ai sentimenti degli altri. Oggi, per dimostrare tutto questo, rinunciamo alle foto”.
Il cordoglio in Australia Decine di migliaia di australiani hanno partecipato ieri sera a veglie a lume di candela nelle maggiori città del Paese in sostegno dei profughi, aggiungendo le loro voci alle crescenti pressioni sul governo conservatore di Canberra perché accolga un maggior numero di persone che fuggono dalla guerra in Siria. Negli eventi #lightthedark (illumina il buio) organizzati in poche ore dai social media e sostenuti da oltre 50 Ong e gruppi comunitari fra cui Amnesty International e Refugee Council of Australia, 10 mila persone si sono date appuntamento nell’Hyde Park di Sydney e migliaia di altre a Melbourne, Adelaide, Perth, Hobart e Darwin in memoria di Aylan. Altre veglie sono in programma questa settimana a Canberra e a Brisbane, mentre si attende dal governo l’annuncio dell’estensione dei raid aerei australiani in sostegno alla coalizione guidata dagli Usa, dal territorio iracheno a quello siriano. Ieri il primo ministro Tony Abbott ha promesso che il Paese accoglierà “un numero significativo” di profughi siriani, anche se non si prevede aumenterà il numero totale di richiedenti asilo, oltre la quota stabilita per quest’anno di 13.750.