60 accademici sottoscrivono una costituzione democratica e inclusiva per la Chiesa
da: Adista Notizie n° 36 del 22/10/2022
Una nuova Costituzione della Chiesa che costituisca il fondamento delle sue leggi rivoluzionandone la struttura: è questo il contributo al Sinodo sulla Sinodalità offerto dal Wijngaards Institute for Catholic Research (WICR), think tank internazionale cattolico indipendente fondato nel 1983 dal teologo John Wijngaards (allora docente al Missionary Institute London), impegnato sui temi dell’uguaglianza di genere, dell’etica sessuale e di una governance democratica e responsabile nella Chiesa cattolica.
«Questa proposta di Costituzione è la migliore idea che la Chiesa cattolica abbia avuto da secoli», ha commentato Mary McAleese, ex Presidente dell’Irlanda, ora Cancelliera del Trinity College a Dublino. «Rispetta la dignità data da Dio a ogni membro, mette Cristo al centro, allenta la morsa soffocante e controllante dell’imperialismo e del clericalismo e fa respirare di nuovo la Chiesa, fa amare di nuovo, includere di nuovo. Abbiamo bisogno di questa Costituzione. È il nostro ponte verso il futuro».
Il testo della Costituzione, che si può leggere e scaricare anche in lingua italiana dal sito del Centro (disponibile al link), è il risultato di un anno di lavoro di un gruppo internazionale e interdisciplinare di 25 accademici, coordinato dal Wijngaards Institute. La bozza di testo è stata poi ulteriormente vagliata da un gruppo più ampio di studiosi, fino alla redazione del testo definitivo, firmato da oltre 60 esperti internazionali.
La riflessione parte dalla constatazione che la Chiesa cattolica è attualmente strutturata attorno a una casta sacerdotale di soli uomini, frutto di una selezione interna, che da sola esercita tutto il potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Si tratta di una struttura ereditata dal centralismo dell’Impero Romano e dalla società feudale nel Medioevo, in forza della quale i laici, che rappresentano oltre il 99% dei membri della Chiesa, sono esclusi dal suo governo e le donne e le persone LGBTQ lo sono doppiamente a causa del loro genere o orientamento sessuale.
La nuova Costituzione per la Chiesa cattolica proposta dal Wijngaards Institute – diretto da Luca Badini Confalonieri, autore di diversi libri sulle discriminazioni nella Chiesa e coordinatore di una ricerca interdisciplinari sulle teologie di genere – contempla un radicale ribaltamento di questa struttura, codificando quei tratti democratici coerenti con precedenti biblici e della storia della Chiesa, e i diritti umani fondamentali che i papi hanno incoraggiato gli Stati a rispettare, ma che l’attuale diritto ecclesiastico è ben lungi dall’applicare.
La proposta di una nuova Costituzione non nasce dal nulla, ma parte dal precedente tentativo vaticano di aggiornamento, quella Lex ecclesiae fundamentalis (“Legge fondamentale della Chiesa”) concepita durante il Concilio Vaticano II la cui bozza finale, dopo anni di lavoro, fu accantonata nel 1981. Essa tende a stabilire un quadro giuridico per i diritti, i principi e gli standard legali concordati a cui tutte le leggi della chiesa devono attenersi e rispetto ai quali devono essere valutate, e mostra come le proposte di riforma della Chiesa possano essere riunite in un quadro giuridico coerente, pragmatico e compatibile con gli studi biblici, la ricerca teologica e i dialoghi ecumenici.
La Costituzione è stata sottoposta sia alle Conferenze episcopali nazionali dei Paesi di provenienza dei cofirmatari, sia alla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi; il 26 agosto una copia è stata consegnata a Thierry Bonaventura, responsabile della comunicazione dell’Ufficio sinodale di Roma.
Nove i principi fondanti: il diritto universale (quindi di tutti i cattolici) a partecipare al governo della Chiesa, come richiesto sia dai loro diritti umani fondamentali (UDHR Art. 21) sia dai loro diritti battesimali; la non discriminazione nella selezione dei candidati a qualsiasi ufficio ecclesiastico, compreso il ministero ordinato, in base alla razza, al genere, al sesso, all’orientamento sessuale, allo stato civile e alla condizione economica o sociale; sussidiarietà e decentramento; elezione democratica dei responsabili, sulla base di una rappresentanza della comunità ecclesiale; consenso delle Chiese a cui le leggi e le dottrine si applicano; separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario; consultazione di specialisti competenti su specifici temi; responsabilità dei vertici: i funzionari della Chiesa che esercitano il potere legislativo o esecutivo devono servire solo per un mandato di cinque anni e devono riferire almeno annualmente sulle loro azioni, inclusa la loro gestione finanziaria; piena libertà nella scelta di aderire o di lasciare la Chiesa.
Tra i firmatari e co-firmatari della Costituzione, oltre alla già citata Mary McAleese, numerosi teologi e biblisti, e figure di spicco a vario titolo del mondo cattolico internazionale: tra di essi, per non citare che i più noti, Paul Collins, storico e scrittore australiano, il teologo di Tubinga Dietmar Mieth, il vescovo emerito della diocesi australiana di Toowoomba (Australia) William Morris, mandato dal Vaticano in pensionamento forzato per il fatto di aver citato, in una lettera pastorale del 2006, il sacerdozio femminile come una tra le possibili soluzioni della grave carenza di sacerdoti, v. Adista n. 37/11); Todd Salzman, docente di Teologia cattolica alla Creighton University (Nebraska); Patricia Rumsey, docente all’Università di Nottingham e badessa della comunità monastica di Arkley, a nord di Londra, nonché membro del Consiglio della Federazione delle Clarisse di Gran Bretagna; Antonio Autiero, professore emerito di Teologia Morale all’Università di Münster, Germania; la religiosa benedettina Philippa Rath, teologa, storica e politologa, dell’Abbazia di S. Ildegarda a Rüdesheim-Eibingen, membro del Zentralkomitee der deutschen Katholiken (ZdK, “Comitato centrale dei cattolici tedeschi”); il teologo spagnolo José María Vigil, coordinatore della Commissione Teologica Latinoamericana dell’Associazione Ecumenica dei Teologi del Terzo Mondo. Presenti, tra i co-firmatari, anche diversi rappresentanti di altre Chiese cristiane nonché alcune organizzazioni internazionali che hanno approvato la Costituzione: Rete internazionale di riforma della Chiesa (ICRN), l’organismo internazionale Noi siamo Chiesa (WAC International), la Rete dei laici scozzesi (Scottish Laity Network) e Root and Branch Synod, forum inglese di riforma della Chiesa.