un giubileo che non rinuncia alle spettacolarizzazioni

Ermanno Olmi

“il Giubileo? poteva essere quello dei pellegrini, mentre è stato quello dei fotografi”

ERMANNO OLMI

 “Avrei voluto vedere più un Giubileo di pellegrini, piuttosto che di fotografi”. È questo il commento del regista Ermanno Olmi – in un’intervista al Fatto Quotidiano – alla cerimonia di inaugurazione del Giubileo tenutasi a Roma l’8 dicembre. Olmi fu il regista dell’apertura del Giubileo voluto da Giovanni Paolo II nella notte di natale del 1999

 

“Avrei desiderato il vero Giubileo dei pellegrini. Avrei chiesto di aprire contemporaneamente tutte le porte di San Pietro, assieme a quella di Papa Francesco, per fare entrare la gente. Quelli partiti da chissà dove, non i cardinali, i vescovi, i politici. Nel ’99, dentro la Chiesa di San Pietro c’erano già i fedeli, non soltanto i fotografi come accaduto stavolta. Ma era molto suggestivo il fascio di luce che ha avvolto Bergoglio”.

 
Il momento più apprezzato da Olmi è stato il saluto tra Bergoglio e Ratzinger.

“È qualcosa di straordinario. Ho notato che la telecamera ha indugiato su Francesco, ormai vicino agli scalini che precedono l’ingresso in Basilica. Invece di leggere il testo che annuncia il Giubileo, Bergoglio è andato verso Ratzinger, che aspettava in piedi con un’aria contenta e rilassata. Mi è sembrata quasi una maniera per splanacare la porta assieme. Non è avvenuto e questo mi dispiace”.

Il regista ha spiegato di essere stato colpito dall’emotività di Francesco.

“Era molto emozionato. Come gli uomini che nei giorni fondamentali si sentono inadeguati: è un eccezionale sintomo di umiltà. Mi è piaciuto molto scoprire il rapporto di amicizia con Benedetto XVI, esibito in piazza, ripetuto all’Angelus, fatto di stima reciproca e complicità”.

 
E Ratzinger?

“Con le dimissioni ha compiuto un atto eroico. Si è posto nella storia del pontificato come un punto di riferimento per il coraggio dimostrato e il valore spirituale”.

 

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