un libro sulla profonda teologia di papa Francesco

la teologia di papa Francesco

di Bruno Scapin
in “Settimana-News”

Alberto Cozzi – Roberto Repole – Giannino Piana,

Papa Francesco. Quale teologia?,

Cittadella Editrice, Assisi 2016, pp. 210, € 13,90.

 

 

«Tre saggi che, muovendo da prospettive diverse e con metodi diversi, offrono uno spaccato significativo della “teologia” di papa Francesco…, smentendo le critiche, talvolta aspre e preconcette, di quanti lo accusano di scarsa profondità dottrinale».

È quanto si legge al termine della Prefazione a questo volume che raccoglie i contributi di Alberto Cozzi, docente di teologia sistematica presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano, di Roberto Repole, docente di teologia sistematica presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (sezione di Torino) e presidente ATI, e di Giannino Piana, già docente di etica cristiana presso le università di Urbino e di Torino ed ex presidente ATISM. Cozzi riconosce a papa Francesco un modo originale di esprimere la sua teologia sia nel linguaggio sia nel modo di argomentare. Luogo privilegiato della teologia bergogliana è il nucleo essenziale dell’annuncio evangelico. Centrale rimane la figura di Gesù che ha assunto nella sua carne tutto l’umano. Per questo papa Francesco ama in particolare il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio. Accanto ad esso, gli altri due pilastri della teologia di papa Bergoglio sono il mistero della croce e il mistero trinitario. In quest’ultimo, particolare rilievo viene data alla persona del Padre come fonte di ogni tenerezza e misericordia e allo Spirito Santo come artefice di fantasia e di novità nella vita della Chiesa. La teologia di papa Francesco nell’analisi di Cozzi – si legge nella Prefazione – «è una teologia robusta, fortemente ancorata alla tradizione e legata al contesto latinoamericano, più interessata all’azione pastorale che alla speculazione teorica». Roberto Repole, nel suo contributo, sottolinea la fedeltà di papa Francesco all’ecclesiologia conciliare, della quale riprende con vigore alcuni temi, come la Chiesa “popolo di Dio” e il sensus fidelium. Accentuazioni caratteristiche del pontefice sono la Chiesa “in uscita” e la Chiesa che risponde alle urgenze della società di oggi non rifuggendo dal mondo ma incarnando, in particolare nelle “periferie esistenziali”, l’amore di Dio per l’uomo. Non vanno dimenticate altre dimensioni dell’ecclesiologia bergogliana, come la centralità delle Chiese locali e la riforma del papato e della curia in senso sinodale. Bastano questi cenni per capire come questo pontificato segni «una nuova, importante tappa nella ricezione del Concilio» (dalla Prefazione). Il terzo contributo è di Giannino Piana su un tema a lui congeniale: “Il magistero morale di papa  Francesco. Tra radicalità e misericordia”.

È chiaro come il papa attuale coniughi l’ideale con la realtà, il dato oggettivo con il dato soggettivo, tenendosi lontano sia dal rigorismo sia dal lassismo e puntando, con l’aiuto della grazia, al “bene possibile”. Al mondo dell’economia papa Bergoglio chiede di non inseguire il feticismo del denaro e la logica spietata del mercato, che generano esclusione e “inequità”. E alla politica domanda la tutela dei diritti umani, la ricerca del bene comune e l’attenzione ad un’ecologia integrale. Non poteva mancare, nelle pagine di Giannino Piana, la trattazione dei temi della famiglia e della sessualità, comprese le “situazioni irregolari”. Qui – secondo il teologo – il pontefice mostra di avere a cuore la bellezza dell’ideale evangelico declinato, però, realisticamente, sulle diversità soggettive e situazionali. Preziosa, per interpretare i testi di papa Francesco, si rivela la Postfazione firmata dal card. Ravasi. Egli, infatti, sottolinea come il pontefice ami lo stile omiletico e il linguaggio simbolico. Il primo gli permette quell’approccio dialogico e immediato che crea una relazione coinvolgente con l’ascoltatore. Il secondo (pensiamo ad alcune espressioni come “Chiesa ospedale da campo”, “l’odore delle pecore”, “la mafia (s)puzza”…) gli permette di scolpire in immagini assai efficaci il concetto che intende trasmettere. Un testo che fa giustizia delle riserve che anche qualche influente ecclesiastico ha manifestato sullo spessore e sull’ortodossia della teologia di papa Francesco.

 

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