l’esclusione criminale
di Tonio Dell’Olio
Quando si parla in pubblico bisogna pesare bene le parole. Quando si parla al mondo ancora di più. Quando si rappresenta un’autorità morale che è guida per i credenti e riferimento per tante persone nel mondo, è necessario misurare gli accenti, gli aggettivi e le virgole. Ieri il Papa ha detto:
“L’esclusione dei migranti è schifosa, è peccaminosa, è criminale non aprire le porte a chi ha bisogno!”
Certo, la prudenza e la diplomazia avrebbero suggerito toni meno perentori e netti. Forse un giudizio più sfumato sarebbe stato più gradito. Ma poi ci si rende conto che il Vangelo di Gesù non è stato redatto né dalle curie né dalle cancellerie dei governi del suo tempo. E allora un papa non può e non deve prendere le distanze né dal merito né dalla forma del Vangelo che è chiamato ad annunciare. E così ieri Papa Francesco ha dato del criminale, peccatore e schifoso a ogni politico di ogni governo del mondo che in questi anni ha contribuito a varare politiche di respingimento e rifiuto di uomini, donne e bambini che chiedevano pane e dignità. Un tono profetico che pesa bene le parole, misura gli accenti, gli aggettivi e le virgole. D’altra parte le ragioni dei governi le diffondono abbondantemente gli uffici stampa ma chi fa sentire le ragioni dei poveri?