Acquaviva
bufera sul presepe pro migranti
il sindaco: «È un’opera d’arte»
si tratta di una rappresentazione davvero singolare della Natività dove san Giuseppe e la Madonna sono raffigurati da due manichini-migranti che rischiano di affondare in un mare di bottiglie di plastica, con un Gesù Bambino di colore su un salvagente
Graziana Capurso
Il cartello che accompagna l’installazione recita: «Il bambino nasce nel mare, dove con Giuseppe e Maria, profughi, non accolti da nessuno vive l’esperienza che molti migranti affrontano nel nostro Mar Mediterraneo. E il mare di plastica a fare da sfondo alla Natività è un grido dall’allarme contro l’inquinamento». L’opera, realizzata dal comitato Feste patronali e con il sostegno dell’amministrazione comunale, vuole essere una denuncia contro i “tradizionalisti”, che sui social e sul quotidiano “Il Giornale” l’hanno descritta come “ridicola”.
A queste polemiche il sindaco Davide Carlucci ha commentato: «Vi sarebbe piaciuto vietare questa installazione, vi sarebbe piaciuto dare sfogo ai vostri pruriti fascistoidi: “Questo non si fa, questo non si può..” E invece no. Ad Acquaviva c’è ancora la libertà, c’è ancora la democrazia. Fatevene una ragione! Quando l’arte fa scandalo e quando anche il messaggio religioso è (per dirla con don Tonino Bello) “scandaloso” – aggiunge Carlucci – vuol dire che l’obiettivo è stato raggiunto. Scuotere la nostra visione del mondo “pacificata”, insinuare il dubbio, farci reagire. E da questo punto di vista l’installazione di piazza dei Martiri ha centrato in pieno l’obiettivo».
Pioggia di critiche sui social, che ancora una volta si dividono tra chi è a favore e chi è contro l’installazione della “discordia”: «Che brutta fine che stiamo facendo. Non riusciamo più nemmeno a rispettare quelle 2 tradizioni che ci sono rimaste». «Quest’opera prende origine da un clamoroso falso ideologico: Giuseppe e Maria, non erano profughi. La Sacra Famiglia – commentano su Facebook – si era mossa non spinta da motivi di migrazione, ma per rispondere al censimento, farsi registrare e pagare il tributo previsto e non trovava posto nelle strutture della piccola Betlemme. Il Vangelo è chiaro». «Si tratta della solita pagliacciata». «Ben venga l’idea di stimolare la riflessione dell’opinione pubblica su tematiche ambientali e sui flussi migratori, ma è irrispettoso strumentalizzare e politicizzare la Natività per questi scopi, questo non è un presepe», tuonano su Facebook. E ancora: «Oggi, il presepe non può che essere così: senza cometa e senza Magi. Un presepe di paura e di dolore. Ma il bambino è sempre una speranza». «Onore al sindaco, quest’opera è meravigliosa, evidentemente la verità fa male».
L’iniziativa si colloca all’interno di una serie di eventi organizzati per celebrare il Natale nel paese: il “Natale Acquavivese” iniziato l’8 dicembre, si concluderà il 6 gennaio: in questo periodo ad arricchire la cittadina una serie di concerti, balli, presentazioni di libri, street band, zampognari, la Casa di Babbo Natale nel centro storico e vari mercatini natalizi.