cento giovani di Shalom al papa «chiesa prigioniera dei poteri»
i ragazzi scrivono al papa:
«Ti vogliamo aiutiamo a scuotere la polvere. Senza un cambio di rotta si ridurrà a una setta di fanatici creduloni»
Una lettera forte nei toni, severa nel giudizio di una Chiesa, in particolare quella gerarchica, elitaria e prigioniera del potere.
Cento giovani di Shalom chiedono «una Chiesa egualitaria, senza orpelli e titoli, dove le guide siano realmente i servi e gli esempi. Una chiesa capace di dialogare col mondo contemporaneo che non racconti favole come quella di Adamo e Eva, una Chiesa che non contrapponga più un ottuso dogmatismo alla scienza o una morale arcaica alla vita delle persone rendendole schiave di complessi di colpa per peccati che semplicemente non esistono».
Una lettera aperta indirizzata a papa Francesco «che vuol fare chiasso in una Chiesa stanca, chiusa nelle sue liturgie incomprensibili, sperando che voglia e sappia tornare a Gesù, al suo messaggio originario, il Vangelo, che è impegno per l’uomo e per un mondo egualitario, dove operare per la giustizia e il bene sono l’unico motivo per cui valga veramente la pena di dirsi cristiani».
«Auspichiamo – hanno detto i giovani – che il Papa ci prenda sul serio, perché siamo preoccupati e anche arrabbiati, poiché fermamente convinti che se questa chiesa, vecchia di almeno duecento anni, non si converte e cambia subito, si ridurrà a una setta di fanatici creduloni e presto o tardi si estinguerà».
«Siamo un gruppo di giovani del Movimento Shalom – si legge nella lettera – studenti universitari, lavoratori, disoccupati. La maggior parte di noi sono battezzati, ma pochi i praticanti. Non manca fra di noi chi si dichiara ateo o appartenente ad altre religioni soprattutto all’Islam. Abbiamo preso sul serio la tua proposta di un sinodo universale aperto a tutti senza porre limiti alla libertà di pensiero. I tuoi messaggi sono conformi alle nostre aspirazioni, sai parlare alla mente e al cuore. La nostra costante ricerca del Gesù della storia ci ha tristemente convinti che i tratti fondamentali del vissuto del Nazareno, sia largamente sconosciuto dagli uomini contemporanei e nascosto dalle discrepanze vistose di una Chiesa istituzionale ferma nelle sue formule arcaiche e nelle gerarchie di potere. Noi crediamo che la tua volontà sia quella di metterci in cammino verso di Lui totalmente senza nulla annacquare. Se è così vogliamo darti una mano per scuotere la polvere che si è accumulata nei secoli. Il volto di una Chiesa che si rinnova passa obbligatoriamente attraverso il coraggio e l’intelligenza di saper offrire la fede in un linguaggio comprensibile all’uomo moderno. Gesù Cristo è un Dio dal volto profondamente umano e tu, malgrado i contrasti che incontri, ce lo mostri costantemente e tenacemente. È urgente per essere credibili restituire una piena armonia fra fede e scienza, fra morale e scienza. Mostrare al mondo la capacità di evolversi è il segno più eloquente che Lui è ancora al timone della barca. Altrimenti affondiamo».
«L’ostinazione a mettere “toppe nuove in abiti vecchi e vino nuovo in otri vecchi” ha come risultato l’insignificanza e la sterilità di un annuncio incomprensibile e talvolta disumano. Noi pensiamo che l’eclissi del cristianesimo sia dovuta principalmente all’abbandono del Vangelo e alle macroscopiche incoerenze e scandali».
I 100 ragazzi di Shalom sono «convinti che l’autentica ortodossia e la vera tradizione sia l’annuncio di Gesù Cristo nella sua potenza rinnovatrice, liberatrice e rivoluzionaria. Un Dio dal volto profondamente umano. Questa è l’unica fedeltà che noi giovani Shalom concepiamo e per cui ci battiamo. Siamo sicuri che i nostri ideali possano trascinare altri giovani ad investire le loro energie per un mondo alternativo quello sognato da Gesù, di cui tu tante volte ci parli. Questo Sinodo che intraprendiamo dovrebbe avere come priorità assoluta la volontà da parte di tutta la Chiesa di mettere al centro il Vangelo».