la Lega sfida il papa: il sogno di una chiesa del Nord
sono lontani i tempi del dio Po: oggi per il Carroccio è il tempo della battaglia contro l’Islam
papa Francesco a Lampedusa
E così, a ondate, i leghisti hanno attaccato la Cei, la Caritas o la comunità di Sant’Egidio – colpevoli, le ultime due, della suprema onta di difendere i rom – fino agli ultimi tempi quando Matteo Salvini rompendo gli indugi ha preso di mira papa Francesco all’indomani dei sanguinosi attentati di Parigi: «Il Papa sbaglia a promuovere il dialogo con l’Islam», ha detto il leader leghista, che poi ha aggiunto: «Va bene la pace, ma sei il portavoce dei cattolici, preoccupati di chi ti sta sterminando in giro per il mondo». L’affondo di Salvini non è stato casuale o frutto dell’improvvisazione. Da molti anni ormai i leghisti dialogano e si alleano con i settori ultratradizionalisti del cattolicesimo, quelli sempre a cavallo fra disconoscimento della Santa Sede e del papa e una permanenza incerta all’interno della Chiesa di Roma nonostante tutto. Paramenti ridondanti, liturgie antiche e retoriche, l’uso del latino, la rivisitazione teologica in chiave integralista della fede: sono questi alcuni degli strumenti su cui si basa una linea di tendenza del cristianesimo contemporaneo in Italia e in Europa che non di rado, inoltre, assume alcuni temi etici – per esempio il no al riconoscimento delle unioni omosessuali – con toni virulenti e aggressivi (si pensi al recente convegno in difesa della famiglia tradizionale organizzato a Milano dalla Regione e da alcune associazioni cattoliche tradizionaliste, interne però alla Chiesa).
Radio Padania da diverso tempo percorre questa strada dando voce ai sacerdoti lefebvriani, trasmettendo la messa dal priorato di Rimini, cioè da una delle sedi italiane della Fraternità di San Pio X, l’organizzazione fondata dallo scomunicato monsignor Marcel Lefebvre i cui eredi sono oggi guidati da monsignor Bernard Fellay; la Fraternità ha il proprio quartier generale ad Econe, in Svizzera, e ha collegamenti con la Francia e l’Italia. E così se la Lega nord guarda a queste correnti quasi eretiche del cattolicesimo, con papa Francesco non poteva che essere scontro aperto: l’ecumenismo, il dialogo interreligioso, lo stesso concetto di libertà religiosa in cui tutte le fedi sono rispettate, sono concetti insopportabili per i dirigenti in camicia verde e per una parte almeno del popolo che li segue.
È in questo contesto che va inquadrata, fra l’altro, la recentissima legge regionale della Lombardia che impone forti limitazioni alla costruzione di moschee e di altri luoghi di culto, il provvedimento è stato varato da una giunta non a caso guidata dal leghista della prima ora Roberto Maroni, La curia di Milano ha preso subito le distanze dall’iniziativa pur non conoscendone ancora i particolari legislativi in quanto «vista la rilevanza e la delicatezza del tema, occorre giungere alla costruzione di questi strumenti legislativi in modo meno frammentario e precipitoso, per non produrre effetti che vadano al di là delle intenzioni di chi li propone». Radio Padania salutava invece la legge in questo modo: «Pur garantendo la libertà di culto la Lombardia dà un segnale importante soprattutto alla luce dei fatti di Parigi e delle orribili notizie che arrivano quotidianamente dall’autoproclamato Califfato Islamico. Non siamo infatti più disponibili ad arretrare ne a ceder nulla ad una cultura che, anche nei suoi aspetti più moderati , molte volte è incompatibile con i principi fondativi della nostra civiltà europea».