in “il manifesto” del 12 ottobre 2021
l’Italia, hanno percorso i 24 chilometri che separano Perugia da Assisi per la sessantesima edizione
della Marcia per la Pace. In testa lo striscione con scritto «I care», con un occhio alla pandemia e un
altro alla volontà esplicita dei partecipanti di prendersi cura del mondo.
«C’è bisogno della cultura della responsabilità e della cura reciproca – scandiscono gli
organizzatori –, cura delle giovani generazioni, della scuola, dell’educazione, degli altri, del pianeta,
dei bene comuni, della comunità e delle città». Un impegno che non riguarda soltanto quest’annata,
ma che, nelle intenzioni, dovrà segnare tutto il prossimo decennio: «Cura è il nuovo nome
della pace», come da frase di don Lorenzo Milani.
Un messaggio ribadito anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha inviato un
messaggio ai manifestanti: «I valori che ispirano e la partecipazione che continua a suscitare la
Marcia sono risorse preziose in questo nostro tempo di cambiamenti, ma anche di responsabilità.
Questa edizione si svolge a sessanta anni dalla prima marcia promossa da Aldo
Capitini, quell’originaria, esigente aspirazione alla pace e alla non violenza ha messo
radici profonde nella coscienza e nella cultura delle nostre comunità.
La pace non soltanto è possibile. Ma è un dovere per tutti». Tra i volti, oltre alla presenza
istituzionale del sindaco di Perugia Andrea Romizi e
condannato la settimana scorsa a tredici anni per aver cercato di offrire ai migranti un futuro
migliore e un’accoglienza degna in questo paese.
«Sono qui – spiega un Lucano visibilmente provato dagli eventi – perché non ho altri riferimenti per
trovare entusiasmo e continuare. Non mi importa, alla fine penso che è quasi naturale pagare gli
effetti collaterali di quello che ho fatto, senza dire luoghi comuni o costruire alibi. Quando ho
cominciato ad interessarmi alle politiche di accoglienza è stato per una casualità e mai avrei
immaginato che la normalità sarebbe diventata un fatto così eclatante.
Per me, non ci può essere pace senza diritti umani, senza uguaglianza e senza rispetto della vita. La
Marcia della pace significa trovare la pace».
Applausi di tutto il corteo per lo striscione della Cgil, in solidarietà per il terrificante assalto subito
ieri da parte di un gruppo di militanti fascisti in libera uscita per le strade di Roma durante la
manifestazione dei «no green pass».
I militanti del sindacato hanno anche apprezzato le non scontate parole di vicinanza espresse dal
palco da Romizi e Tesei, esponenti della destra umbra. Il sindaco di Perugia ha anche voluto
esprimere «un pensiero affettuoso all’imam Abdel Qader, nostro concittadino e amico, uomo di
pace e di dialogo che saliva sempre con noi su questo palco e che oggi non c’è più a causa delle
conseguenze del Covid».
Tra il folto gruppo di stendardi istituzionali, si fa notare la sindaca di Assisi Stefania Proietti.
«Siamo in migliaia a gridare basta alla violenza e all’indifferenza – dice –, oggi più di ieri è urgente
non solo invocare la pace ma anche farla con azione concrete. Oggi più di ieri bisogna prendersi
cura degli altri e mettere al centro la vita, la persona, la dignità».
Nella folla in marcia si vedono padre Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti, Cecilia Strada, Aboubakar
Soumahoro, la moglie dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio ucciso lo scorso febbraio in Congo
Zadia Seddiki, i genitori del reporter Andy Rocchelli Elisa e Rino Signori.
Il resto è militanza diffusa, cattolici di base, striscioni, bandiere, migliaia di persone partite da ogni
angolo d’Italia per per poter dire di esserci, per affermare di combattere ogni giorno per la pace,
l’uguaglianza e la solidarietà. Per cercare di fare del mondo un posto migliore.
la marcia della pace Perugia-Assisi di Violza- Fatima- Adem- Yasin e il diario del viaggio scritto da due di loro, ‘scritto con semplicità’
Alle 4 del mattino siamo in partenza per Perugia , assonnati e freddolosi, iniziamo il viaggio. Di per sé la marcia noi l’abbiamo iniziata due giorni fa, quando insieme abbiamo deciso di partecipare con entusiasmo e abbiamo voluto preparare un NOSTRO striscione. Ci dispiace per Laura che all’ultimo momento non ha VOLUTO venire, perdendo il suo entusiasmo. Sono le 6:20 e Agostino si è fermato a prendere un caffè, perché dorme ancora, invece noi siamo ancora assonnati. Abbiamo preparato uno striscione a modo nostro, la frase che abbiamo creato è :
NOI ROM VIVIAMO LA PACE CON IL CUORE E CON I PIEDI
è uno striscione bello e colorato perché è fatto con le nostri mani e la nostra fantasia.
Sono le 7,40 e siamo arrivati a Ponte San Giovanni. Qui aspettiamo l’arrivo della marcia prevista tra un’ora circa, approfittiamo per fare colazione e riposarci, c’è chi dorme, chi mangia patatine e chi va al bagno. Attendiamo con ansia l’arrivo del Corteo della Pace, partito da Perugia. La giornata sembra bella con un po’ di nuvole ma non piove. Mentre attendiamo l’arrivo del Corteo, lì sul posto c’è tanta gente in attesa dell’arrivo del Corteo. Decidiamo di aprire il nostro striscione e di sventolare le due bandiere dei ROM e quella della Pace. Tante persone ci hanno chiesto che bandire fossero, quelle che tenevamo in mano, perché non la conoscevano. Noi abbiamo spiegato il significato della nostra bandiera: i due colori, l’azzurro e il verde e la ruota. Tutti sono rimasti sorpresi della nostra spiegazione è hanno apprezzato molto le nostre parole. Incuriositi molti ci hanno chiesto se eravamo ROM e da dove veniamo. Anche durante la marcia tante persone hanno chiesto la stessa cose. Ovviamente non sono mancati gli apprezzamenti per il nostro striscione e la nostra presenza in questo corteo.
Come ci sono piaciute anche le tantissime fotografie che la gente ci chiedeva, come segno di simpatia e gratitudine. In questa marcia abbiamo conosciuto Gualtiero un amico di vecchia data di Agostino, che ha voluto restare con noi fino alla fine e con la sua presenza ci ha espresso la sua simpatia. Partecipando a questa marcia noi ci siamo divertiti tanto, nonostante la stanchezza, la pesantezza delle nostre gambe, ma è stato bello camminare insieme a così tanta gente per manifestare anche noi la volontà di un mondo più pacifico. Per noi è stata la prima volta fare una iniziativa insieme a così tanta gente che venivano da tanti posti diversi. Durante il viaggio di ritorno, noi ci siamo chiesti come mai la gente non conosceva la nostra bandiera. È vero, purtroppo la maggioranza degli italiani ci conoscono solo per gli aspetti negativi, perché invece a loro manca una conoscenza più VERA DELLA NOSTRA VITA: se non conosco la nostra bandiera, come fanno a conoscere la nostra storia, la nostra vita? Noi siamo contenti di aver partecipato, perché così abbiamo potuto farci conoscere, infatti molta gente si è sorpresa che anche noi rom siamo venuti a manifestare per la Pace.
Dobbiamo dire la verità, ci siamo fermati a Santa Maria degli Angeli, a 5 chilometri da Assisi, eravamo molto stanchi e i nostri piedi non c’è la facevano ad andare avanti. Rimane il desiderio per una prossima marcia di arrivare fino alla città di San Francesco. Dopo esserci riposati verso le ore 15 abbiamo preso il treno per ritornare a Ponte San Giovanni, per prendere il nostro camper, durate il viaggio di ritorno la stanchezza si è fatta sentire e abbiamo approfittato di riposarci. Questa è la storia della nostra marcia Perugia- Assisi. Alle 19,30 siamo arrivati al campo di Coltano, dove le nostre famiglie ci aspettavo con ansia e curiosità.